LA PAROLA

Sacripante

Il termine sacripante è diventato proverbiale, nella lingua italiana, nella quale è solitamente usato per indicare, spesso in contesti scherzosi, qualcuno dalla forza smisurata, che incute paura, o una persona vanagloriosa, uno margiasso,uno spaccone. Stessa cosa è avvenuta con il francese sacripant, nel passaggio da nome poprio a comune.

Questa parola, che ha un suono particolare e vibrante, benché poco utilizzata e dal sapore vagamente rétro,  si trova tuttavia in frasi del genere: «davanti alla discoteca ci sono di guardia due sacripanti», oppure «quel sacripante di mio cugino ha trovato un altro modo per fare soldi», ma anche «che sacripante!sei sempre in ritardo!».

Deriva da nome di Sacripante, un personaggio letterario della poesia epico-cavalleresca, che si trova nell’Orlando innamorato del Boiardo e nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. È un re saraceno, un guerriero dalla forza smisurata, inevitabilmente innamorato di Angelica (anche lui) per la quale si cimenta in prodezze straordinarie, senza che il suo amore venga mai ricambiato. Di tutt’altra statura è il Sacripante borioso e vanaglorioso della Secchia rapita (1622), poema eroicomico di Alessandro Tassoni, che un po’ sbeffeggia i prodi paladini della chanson.

Il nome Sacrapant ricorre anche nell’opera teatrale The Old Wives’ Tale di George Peele, della fin del 1600; miss Sacripant è, invece, il nome di un costume del teatro di varietà col quale, in giovinezza, Odette de Crecy, la cocotte della Ricerca del tempo perduto di Proust, aveva posato da modella per un acquerello del pittore Elstir di Nizza. Sempre rimanendo in letteratura, occasionalmente si trova l’aggettivo sacripantesco, con il significato di anticonformista, dissacratorio, e il verbo sacripantare, ovvero prorompere in urla o escandescenze.

Ma il sacripante è anche un tipico e squisito dolce della tradizione culinaria di Genova, dove fu prodotto per la prima volta nel 1851, nella pasticceria di Giovanni Preti, al termine di un dedalo di caruggi in Piazza Portello. Realizzato secondo una ricetta esclusiva e ancora oggi segreta, il sacripante è a base di pan di spagna imbevuto di rhum e marsala, farcito di creme e ricoperto da un sottile strato di cioccolato fondente. Dal sacripante, più tardi è nata la torta sacripantina. Ancora oggi la produzione del sacripante è appannaggio pressoché esclusivo della pasticceria Preti e trovarlo fuori da Genova è piuttosto difficile.

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