DAILY LA PAROLA

Scapaccione

E' un colpo dato con la mano aperta nella parte posteriore della testa, meno aggressivo dello schiaffo sulla guancia

Tanto schiaffo quanto scapaccione ed anche scappellotto in inglese si traducono prevalentemente con slap o smack, ma anche – si legge nel dizionario Ancestorcuff, backhand o skelp. Chi scrive ignora quale di questi termini sia stato impiegato dai legislatori scozzesi che – come di può leggere in questo take dell’Ansa – hanno presentato al Parlamento di Edimburgo una proposta di legge con cui – prima nazione del Regno Unito a farlo – vengono messi al bando gli schiaffi ai figli.

Stando a quanto si legge, con il provvedimento presentato dal deputato Verde John Finnie con l’adesione di laburisti, liberaldemocratici e dello Scottish National Party (Snp) guidato dalla “first minister” Nicola Sturgeon che controlla ampiamente la maggioranza parlamentare,  ai genitori sarà vietato ricorrere agli scapaccioni e qualunque forma di castigo fisico per raddrizzare i propri figli.

Finora la legge autorizzava – come nel resto del Regno – un uso “ragionevole” della forza in famiglia per educare e castigare i figli e pare che, stando ai sondaggi, la maggioranza degli scozzesi non veda di buon occhio il nuovo provvedimento avversato anche dal partito dei Tory.

Le punizioni corporali sono una tradizione del sistema scolastico britannico e benché non siano più ammesse pare non si sia smesso del tutto di ricorrervi.

Lo scapaccione – stando alla Treccani – è un colpo dato con la mano aperta nella parte posteriore della testa mentre lo schiaffo, parola probabilmente di origine onomatopeica, è un colpo dato sulla guancia con la mano aperta.

La differenza in entrambi i casi la fa naturalmente l’intensità o la forza della percossa, ed è del tutto ragionevole impedirne anche per legge il ricorso, ma solo lo schiaffo è un gesto violento, innescato dalla rabbia o comunque da un forte sentimento di avversione verso chi lo riceve.

Per dare uno scapaccione o uno scappellotto, invece, si deve prima riflettere un attimo e solo amorevolmente poi si decide di darlo, per richiamare l’attenzione più che per minacciare o “ferire” chi lo riceve. Viene insomma difficile credere che sia giusto mandare davanti a un giudice un genitore che ricorre a un “buffotto”, equiparandolo a quello manesco che non risparmia di botte né il proprio partner né la propria prole.

Diciamo che tuttavia nella patria del whisky e della bacchetta di legno impugnata dall’insegnante, la decisone possa avere una sua ragion d’essere. Ma è bene ricordarsi che una parola gridata o di contro l’indifferenza possono produrre assai più danni di uno slap.

 

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