Con questo nome si indicano i dispositivi elettronici di registrazione dei dati installati in un aereo o in una imbarcazione, con lo scopo di facilitare le indagini dopo un eventuale incidente.
Il termine “scatola nera” deriva dall’inglese black box il cui etimo è incerto. Infatti, in realtà, sono di colore arancione con bande catarifrangenti per poter essere facilmente identificate in mezzo ai rottami. Sono progettate per resistere a condizioni limite, conservando le registrazioni.
Per gli aerei, viene richiesto ai dispositivi di resistere a impatti di 3.400 G e a temperature di oltre 1.000 °C. Su questi mezzi esistono solitamente due tipi di registratori dei dati di volo utili per le indagini: il flight data recorder (FDR), che registra i dati provenienti da vari sensori, e il cockpit voice recorder (CVR), che registra i suoni provenienti dalla cabina di pilotaggio.
Il primo registra i parametri di volo di natura numerica relativi alle ultime 25 ore di funzionamento; tra i parametri generalmente registrati vi sono velocità, quota, prua, posizione dell’aereo, accelerazioni, posizione dei comandi, posizione delle superfici mobili, parametri motore. L’FDR è generalmente posizionato posteriormente alla fusoliera dove risulta più protetto in caso di impatto dell’aeromobile col suolo.
Il secondo, registra i suoni presenti in cabina di pilotaggio memorizzando un periodo di tempo che può variare dall’ultima mezz’ora alle ultime due ore. I microfoni posti nella cabina di pilotaggio captano le comunicazioni tra i piloti, con i controllori del traffico, col personale presente e tutti i rumori ambientali, tra cui quelli che nelle indagini possono rivelarsi preziosi per comprendere le dinamiche degli impatti. Il CVR è collocato generalmente nella parte anteriore della fusoliera.
Esistono altri tipi di registratori in grado di resistere alle condizioni estreme dopo gli incidenti, tra cui i registratori di immagini, ma la diffusione di questi dispositivi è piuttosto limitata. Per il recupero in mare, le scatole nere sono equipaggiate di un apposito “radiofaro” (underwater locator beacon) che tramite batteria interna emette segnali ad ultrasuoni per 30 giorni e fino a 6.000 metri di profondità.