LA PAROLA

Scelta

Ogni donna, ogni uomo, ogni animale, hanno una scelta. Che si chiamino libero arbitrio, istinto, rispetto delle regole.

Si può decidere di scegliere una strada piuttosto che un’altra. Ci si può attenere a prescrizioni democratiche. Oppure preferire lasciarsi trascinare da ciò che viene. O accade. O seguire la legge non scritta della jungla.

Trovo non sia sbagliata nessuna delle tre opzioni. Dipende chi si è e dove: contesto storico, localismo esasperato, situazione particolare. Dipende cosa si vuole ottenere. Dipende dalle interazioni.

Si dice che la donna e l’uomo, a differenza dell’animale, debbano rispondere alla coscienza ed alla ragione. Se fosse vero, però, non avremmo trasgressioni. Delitti. Delazioni. Cattiverie. Malanimo. Tutto sarebbe frutto di ragione e coscienza e tutto dovrebbe essere ponderato e mediato da ciò che definiamo legge, regola, convenzione.

Non è così e gli esempi, semmai, sono di tipologia completamente opposta.

Il libero arbitrio ci governa. L’istinto e la legge della jungla ci inducono in tentazione. Quasi mai, o raramente, lasciamo che sia la nostra razionalità a prevalere.

Non c’è grande differenza tra genere umano e genere animale. Spesso invece è proprio il lato animale dell’essere umano a comandare il cervello, salvo superare in bestialità le vere bestie.

Gran parte della nostra vita è costellata da scelte istintive, egoistiche, arbitrarie. E non ci vergogniamo minimamente di ciò che stiamo facendo. Dei peccati che compiamo per realizzare il nostro interesse. Anzi, ci stupiamo proprio perché le nostre scelte individuali vengono considerate il segno distintivo (negativo) della nostra esistenza.

Siamo una collettività malata. Non siamo un branco animale che è giustificato ad agire con violenza per vivere un giorno in più. Non dovremmo essere la leonessa che sbrana la gazzella, eppure per il nostro tornaconto individuale spesso ringhiamo e sbraniamo. A prescindere dal contesto e dalle situazioni di pericolo.

Riusciamo perfino a giustificare il male e a trasformarlo in una necessità. L’uomo è lupo a se stesso.

Mentre la lupa è dolce coi propri cuccioli e li protegge, qualcuno di noi riesce ad essere crudele con il sangue del proprio sangue.

Scelta. Abbiamo tutti questa facoltà. Siamo liberi di scegliere, ma quasi tutti lo facciamo nella maniera peggiore e ci convinciamo che non potesse essere che così. Mentiamo a noi stessi.

Non voglio con questo parlare di ineluttabilità. Né teorizzarla. Tutt’altro. Ma è sempre più raro trovare tra le nostre priorità il bene comune, la solidarietà, perfino la bontà ed il disinteresse. Ci diciamo che l’esempio che arriva da chi ci governa induce al male comune e dunque lo seguiamo anche noi, addirittura rivendicandolo.

Aberrante auto assoluzione.

Vorrei che avessimo avuto in eredità saggezza e comprensione. Mi piacerebbe che potessimo avere la naturalezza dolce delle bestie di casa. Per dare sicurezza e saldezza ai nostri figli. Vorrei una nonna od un nonno che mi raccontassero la vita.

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