LA PAROLA

Sciattare

Ha un suono morbido, da pronunciare con le labbra a «culo di gaddrina», direbbe Camilleri, la “s” sorda che scivola leggera sulla “c”, si sofferma appena sulla “i” e si apre sulla “a”. Sciattare non è un verbo qualunque, ha una pregnanza semantica e una forza espressiva che non si trova nei sinonimi sprecare, buttare via, sciupare, non tenere conto. Forse sperperare, riferito al denaro, si avvicina alla potenza di sciattare, ma non lo eguaglia.

Secondo l’autorevole Treccani, questa parola deriva dal latino exaptare, contrario di aptare (adattare), origine condivisa dal Dizionario etimologico di Giacomo Devoto, che scrive: «dal latino tardo exaptare, verbo denominale da exaptus (con –ex sottrattivo), passato al significato di disadattare». In effetti il corrispondente aggettivo sciatto, ha qualcosa a che fare con disadatto, dal momento che significa trascurato, negligente, soprattutto nella cura della persona e nel lavoro, ma può anche riferirsi a una cosa fatta senza alcun impegno e con risultati scadenti. In una parola, sciatta. Da sciattare deriva l’avverbio sciattamente e il sostantivo sciattone, che riassume in sé la quintessenza della trascuratezza e dello scarso amor proprio.

Il verbo è diffuso soprattutto in Toscana, dove viene usato nella lingua parlata con il significato di sprecare, indistintamente, per cibo e denaro, ma anche scarpe e vestiti, cose di valore e non di valore. Insomma sciupare, buttare senza riguardo.

Un aneddoto raccontato anni or sono e riferito ai tempi in cui nella federazioni del PCI della provincia profonda (in questo caso si trattava di Grosseto) si tenevano riunioni sentite e partecipate, eleva il popolare sciattare a significati ben più complessi. Si racconta che, al termine di una riunione sul futuro del partito in cui la vecchia guardia mal si rapportava con l’impeto dei più giovani, Torquato Fusi, senatore del PCI dal 1968 al 1976, uomo saggio e di mondo, padre di Flavio, ex giornalista Rai e ora collaboratore di TESSERE,  sia uscito dalla stanza densa di fumo di sigarette e idee e, scuotendo la testa, abbia detto: «la politica è come la topa, se la metti in mano a un giovane la sciatta». Ovvero, quando l’ardore e l’inesperienza dei giovani non permette loro di dare il giusto valore alle cose. Ma detto con una sola parola: sciattare.

 

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