LA PAROLA

Scienza

AMINE GRAOUATE

La scienza non esiste in natura, ma di essa si occupa. Se l’è inventata l’uomo, anch’egli appartenente alla natura, per comprenderla, per darsene una spiegazione, per raccontarla a chi non la conosce.

La scienza è l’«insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati». Quella che chiamiamo scienza moderna e di cui abbiamo un gran bisogno per vivere come viviamo – quando andiamo in ospedale, esploriamo Marte, chattiamo col telefonino, costruiamo una casa di tantissimi piani che chiamiamo grattacielo – è stata messa a punto a partire dalla rivoluzione scientifica del XVII secolo.

A definirla hanno contribuito personalità come Bacone, Galileo, Leibnitz, Cartesio, Newton, Cesalpino, ma di nomi ne andrebbero fatti tanti, a partire da allora fino… a domani, perché domani qualcosa di nuovo verrà messo a punto che preciserà meglio cos’è la scienza, a cosa serve, cosa essa mette a disposizione per comprendere come si muovono i pianeti, come si cura una malattia, cosa si potrebbe fare per inquinare meno il pianeta servendoci anche di quello che la scienza ci ha permesso di costruire.

La scienza ha delle regole e chiede che queste vengano rispettate perché si possa dire che qualcosa è scientificamente dimostrabile. Le sue conoscenze devono essere verificabili, ripetibili. La scienza è libera da ogni principio di autorità. Non la si può imprigionare, porle limiti, darle confini, purché rispetti i principi e le regole che la governano.

Benché “vecchia” di soli 4 secoli e mezzo, o giù di lì, la scienza ha conosciuto anche nell’antichità le sue conquiste, le sue acquisizioni. Quando per esempio, all’incirca intorno al 3000 a.C., gli Egizi definirono un sistema numerale a base decimale, con simboli diversi che designavano le potenze di 10. O la geometria iniziò a risolvere problemi pratici con cui si scornavano i costruttori o gli agrimensori. O si cercarono le prime risposte su quale fosse il moto delle stelle e dei pianeti.

Andando a ricercarne l’etimologia, la parola deriva dal latino scientia, che vuole dire conoscenza, termine che indica il sapere in ogni ambito. In altre parole la conoscenza è l’albero, i rami sono le varie suddivisioni del sapere: biologia, fisica, chimica, matematica. Poi, le foglie sono le specializzazioni di ogni specifica disciplina: se per esempio la biologia è un ramo, le foglie sono la biologia vegetale o quella animale.

Ogni scienza dipende da quella che la precede, ma è indipendente da quella che la segue.

La filosofia della scienza si occupa dell’analisi critica di metodi, linguaggi, teorie, entità delle scienze empiriche e umane (senza escludere le loro problematiche specifiche). È, insomma, una sorta di controllore del senso che la scienza è o non è in grado di fornire all’umanità.

La scienza richiede un certo grado di presunzione dato dalla certezza, e un corrispettivo grado di modestia, dato dalla voglia e dal desiderio di comprendere di più, di sapere meglio, di non accontentarsi della soluzione che si ha in mano. Senza l’uno è difficile ci possa essere l’altro, ma il ragionamento vale anche al contrario.

Nell’antica Grecia il termine corrispondente a scienza era Episteme, che significa una conoscenza basata su fatti certi, senza alcun dubbio o crepa.

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