LA PAROLA

Scorbutico

Che caratteraccio! Intrattabile, scostante e scontroso; senza un’evidente ragione, a prescindere, lo scorbutico risponderà male o si rivolgerà a un altra persona trattandola in malo modo seppure questi abbia usato ogni cautela.

Se la scorbutaggine è la sua malattia, la parola deriva davvero da un malanno dovuto, si credeva, all’eccessivo consumo di formaggi, e di origine scandinava: skyr-bjugr, ossia edema (bjugr), dovuto al latte cagliato (skyr) come riporta il sito Una parola al giorno. Niente a che vedere, quindi, con la reale causa dello scorbuto, confermata solo negli anni Trenta del secolo scorso: una grave carenza di vitamina C, cioè di acido ascorbico, che per evidente assonanza si sarebbe invece portati immediatamente ad associare alla patologia. Chi ne è affetto ha conseguenze fisiche davvero fastidiose e persino gravemente debilitanti che possono portare alla morte, ed assume i noti tratti comportamentali dello scorbutico. Ma la modificazione del carattere non deriverebbe dalle sofferenze associate a quei sintomi, bensì li accompagnerebbe quale suo effetto naturale.

Chissà che clima idilliaco doveva esserci sui velieri che, solcando i mari per mesi e mesi, non potevano trasportare derrate fresche, ma quasi esclusivamente prodotti essiccati e formaggi privi di vitamina C. L’acido ascorbico è assunto, infatti, con l’alimentazione quasi esclusivamente da verdure e frutti, è così deperibile da perdere le sue proprietà persino sminuzzando i cibi crudi, oltre che con la cottura e la conservazione, né è immagazzinabile dall’organismo.

Il modo di dire portare le arance, che si usa spesso sottintendendo “in carcere”, è legato proprio alla paura dello scorbuto che, come i marinai e i soldati, colpiva i carcerati a cui venivano somministrati pasti poveri di nutrienti e vitamine.

Ma perché, ben nutriti e pasciuti, si diventa scorbutici? Beh, se proprio vi interessa, andatelo a chiedere al vostro strizzacervelli! Arrivederci!

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