CRITICA FILM

Se alla Gare de Lyon ascoltaste Rachmaninov…


Se decidete di andare a vedere Nelle tue mani per passare piacevolmente due ore dovete stare al gioco fin dall’inizio, anche se il dubbio di aver già indovinato come va a finire vi prenderà fin dalla prima scena, davanti al pianoforte di libero uso all’interno della Gare de Lyon a Parigi.

Non pensateci troppo e andate avanti, seguendo la storia del giovane Mathieu e delle sue mani fatate, che corrono sulla tastiera libere e felici, mentre lui, al contrario, libero e felice non è: soffocato da una periferia degradata e da una storia familiare difficile, vive al limite della legalità in compagnia di amici balordi, ritrovando se stesso solo attraverso la musica che fluisce senza apparente sforzo dalle sue dita. Ed è proprio mentre suona appassionatamente Bach al pianoforte della stazione che viene notato da Pierre, direttore del Conservatorio, il quale resta letteralmente a bocca aperta di fronte a tanta maestria. Con chi avrà studiato, quel ragazzo, per interpretare pezzi tanto complessi con la disinvoltura di un consumato professionista? E perché in un primo tempo rifiuta quasi con disprezzo il biglietto da visita che gli viene offerto, insieme alla possibilità di un’audizione?

Ecco, non ve ne siete neanche accorti e già vi trovate assorbiti dalla trama. Quasi non vedete più gli evidenti riferimenti ad altre pellicole del genere (The millionaire, The Idol), a mala pena riconoscete qualche banale caduta nella più melodrammatica delle melasse (i personaggi della madre e del fratellino), e volentieri vi fate irretire da certe trame maligne intessute alle spalle del protagonista. Perché il fascino della musica classica e la regalità del pianoforte – qui straordinariamente interpretato – hanno l’innegabile capacità di farvi dimenticare i particolari difettosi, trascinandovi al di sopra di qualsiasi imperfezione. La possibilità di volare alto viene offerta a Mathieu attraverso la partecipazione ad un prestigioso concorso internazionale, ma la strada del successo è costellata di sensi vietati, buche e divieti di sosta. Gli insegnamenti della ferrea contessa e la delicata storia d’amore con Anna – lui bianco e lei nera, uno accanto all’altra in armonia come i tasti del pianoforte – lo aiuteranno a raggiungere la vittoria?

Non aspettatevi rivelazioni sul finale. Godetevi il film, la musica e Parigi, qui, per inciso, mostrata non banalmente fra la periferia, i moderni quartieri della Defense e il fascino notturno dei canali a nord est: se volevate Tour Eiffel e Champs-Elysées, insomma, avete sbagliato pellicola.

Nelle tue mani, di Ludovic Bernard, Francia, 2018