DAILY LA PAROLA

Semplicità

«Tutto ciò che è nuovo, ha origini antiche. Non Temetelo!».

La semplicità e la complessità sono paradossalmente contenute l’una nell’altra anche se ad una prima e superficiale visione si escludono. In realtà non è così! Semplificare è un operazione complessa che comprende la capacità di decidere che cosa eliminare fino ad arrivare all’essenziale.

La semplicità rende la vita migliore!

«Semplicità significa sottrarre l’ovvio ed aggiungere il significativo», John Maeda.

La tecnologia ha reso le nostre vite più piene, ma al contempo siamo spiacevolmente “pieni”.

Il tema della semplicità è assai complesso. Tutti siamo alla ricerca della semplicità e della serenità, nel design, nella tecnologia, negli affari, nella vita.

Il mercato è pieno di promesse di semplicità, possiamo notare che il mercato della semplicità ha fatto emergere una nuova tendenza che si basa sul vendere una cosa “nuova e migliorata”, ma spesso “migliorata” significa semplicemente con “più cose”. Dal punto di vista del consumatore, pagare di più per avere di meno, sembrerebbe contraddire alcuni principi economici, eppure, a dispetto della logica della domanda  di mercato , “la semplicità vende”. Le persone non si limitano a comprare, ma amano i progetti che rendono la loro vita più semplice.

Il modo più semplice per conseguire la semplicità è attraverso una riduzione ragionata. La vera semplificazione si ottiene quando è possibile ridurre le funzionalità di un sistema senza pagare costi significativi. La fragilità contrasta la complessità, perché instilla compassione. Tra i metodi per ottenere una riduzione efficace della complessità ci sono la leggerezza e a sottigliezza.

Nascondere la complessità con infiniti escamotage è una forma d’inganno, ma se viene percepita come magia ha effetti piacevoli e non fastidiosi.

La casa è il primo luogo in cui quotidianamente affrontiamo la sfida di gestire la complessità. Occorre decidere che cosa debba essere nascosto o riposto in armadi, che cosa vada scartato. La soluzione ottimale è categorizzare: ad esempio un armadio può essere organizzato in categorie e gestito a livello di aggregazione ad un livello efficace.

Lavorare con un numero inferiore di oggetti, fa apparire la vita più semplice rispetto all’alternativa di avere a disposizione troppe scelte.

Prendere le giuste decisioni rispetto a delle scelte per integrare elementi disparati è un processo molto più complesso che tenere in ordine un armadio.

Non perdersi nei particolari è un obiettivo da raggiungere. Ordinare, etichettare, integrare, stabilire le priorità.

L’essere umano è fatto per organizzare, non possiamo fare a meno di raggruppare e categorizzare ciò che vediamo.

Nessuno vuole soltanto la semplicità. Senza la controparte della complessità non la si riconoscerebbe. Riconoscere il contrasto aiuta ad identificare le qualità che desideriamo. Sappiamo apprezzare meglio qualcosa quando lo mettiamo a confronto con qualcos’altro.

La semplicità e la complessità sono necessarie l’una all’altra. Più c’è complessità nel mercato, più le cose semplici risultano evidenti.

Trovare l’equilibrio tra i due termini è difficile. La chiave sta nel ritmo con cui la semplicità e la complessità si presentano nel tempo e nello spazio.

Per sintetizzare l’esperienza di semplicità, occorre prestare attenzione a tutto ciò che sembra non avere importanza.

È necessario trovare un compromesso tra il perdersi e il sapere esattamente dove ci si trovi.

La complessità dà l’impressione di smarrimento, la semplicità quella di sapere esattamente dove ci si trova.

Vedere oltre i dettagli, per trovare l’equilibrio tra i dettagli ed il tutto è la chiave che conduce all’essenza e dunque alla semplicità.

Si vedrà di più, vedendo di meno.

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