Dal notiziario Globalist del 13 dicembre 2016
Nasce Tessere, libri e cultura della consapevolezza
Sempre una buona notizia quando si mettono insieme tessere per la cultura. In questo caso plaudiamo alla nascita di una nuova associazione che edita libri e diffonde saperi.
Il primo libro di Tessere
Bello scrivere di una nascita nell’ambito culturale. Tra tanta bruttezza e un livello del dibattito asfittico, siamo qui a raccontarvi un’avventura, la nuova casa editrice “Tessere” che pubblicherà libri su tutte le piattaforme disponibili, carta compresa, e con il sostegno dei soci dell’associazione culturale, produrrà anche “iniziative di qualità capaci di far riflettere, diffondere il sapere, far crescere la consapevolezza”.
La presentazione della casa editrice è avvenuta simbolicamente nel giorno della “Dichiarazione universale dei diritti dell’umanità”. Artefice un giornalista conosciuto, ex dell’Unità, Daniele Pugliese. Con lui lo storico Gian Luca Corradi, l’organizzatrice culturale Linda Coppitz, la nutrizionista Antonella Blanco e l’esperta di moda Fabiana Conti.
L’idea è realizzare una rivista “attraverso la quale promuovere le migliori e più interessanti produzioni culturali nel campo dell’editoria, della musica, dello spettacolo, dell’attività convegnistica, ma anche di leggere ‘con occhio culturale’ i fatti quotidiani e i fenomeni sociali e politici in un’epoca troppo votata al superficiale e al sensazionale”.
Il primo libro pubblicato, sia in formato tradizionale che in e-Book, da “Tessere” è “Appropriazione indebita”, una raccolta di 30 interviste capaci di vivere più di un giorno solo, realizzate da Daniele Pugliese fra il 1982 e il 1992 a filosofi, scienziati, intellettuali. Interviste che hanno lasciato un grande contributo alla cultura e dalle cui parole ancor oggi è possibile trarre importanti suggerimenti per aprire i propri orizzonti e spalancare la propria mente. Trenta interviste, cioè, capaci di vivere più di un giorno solo, come recita il sottotitolo del libro, contravvenendo cioè alla regola di un maestro del giornalismo, il direttore del Corriere della Sera Luigi Albertini, secondo il quale, appunto, «un giornale vive un giorno solo».
Compaiono i nomi di Eugenio Garin che parla del saggio Sessant’anni dopo, la sua autobiografia intellettuale comparsa sulla rivista Iride, e del valore dell’utopia e degli ideali in politica riflettendo sullo scioglimento del Partito comunista italiano dopo la caduta del Muro di Berlino; di Francis Haskell e Nicolaj Rubinstein che parlano del mecenatismo e dell’epistolario di Lorenzo de’ Medici; di Giancarlo De Carlo che rivela il significato profondo della scoperta della prospettiva in architettura e in pittura.
E ancora Michela Nacci sugli atteggiamenti antiamericanisti nella cultura e nella tradizione comune europea; Francesco Adorno sull’attualità del pensiero dei filosofi antichi; Mario G. Rossi sulla disattenzione storica della politica verso il tema del fisco e delle tasse; René Thom sulla teoria delle catastrofi.
Paolo Rossi Monti viene intervistato sul lungo cammino della scienza nel corso della storia; Ludovico Geymonat sull’insegnamento alla libertà che ha dato Galileo Galilei; Willard Van Orman Quine sull’importazione della predizione nell’atteggiamento scientifico, Giuliano Toraldo di Francia sulle moderne teorie apocalittiche; Jeremy Rifkin sulla necessità di “umanizzare” la scienza; Peter Bunyard sulle serie minacce a cui l’uomo sottopone l’ambiente e il pianeta; Francoise Doumange sulle disattenzioni verso il mare ed il suo habitat; Roger Hahn sul ruolo degli scienziati nella rivoluzione che ci ha insegnato la democrazie e il rispetto dei diritti civili, la rivoluzione francese.
L’astronomo Franco Pacini parla di supernove, pulsar, buchi neri e altri misteri dello spazio; il musicologo Albert Mayr dell’atteggiamento che abbiamo dinanzi al tempo. Mario Innamorati racconta una delle prime spedizioni in Antartide per comprendere dal continente dei ghiacci quali pericoli corre il pianeta e a che punto è giunto l’inquinamento; Paolo Manzelli rivela alcuni basamenti della chimica nella polemica fra medicina ufficiale e medicina omeopatica; Remo Bodei invita a tenere in maggior considerazione l’olfatto, il gusto, il tatto e più in generale le sensazioni anche nell’elaborazione filosofica troppo spesso affidata solo al ragionamento e a una speculazione astratta; Umberto Eco introduce ai complessi meccanismi che regolano la memoria e la capacità di ricordare e portare testimonianza.
Adolph Grünbaum polemizza con la psicanalisi e con quanti sostengono abbia un fondamento scientifico; il sessuologo Giorgio Abraham stigmatizza le distorsioni che la società fa riguardo l’idea di piacere e quanto queste siano alla base degli atteggiamenti che, anche in campo sessuale, conducono alla violenza; il gerontologo Mario Barucci, svela l’approccio da tenere, avendo cura del corpo, della mente e dell’anima, riguardo all’inevitabile cammino che porta ad invecchiare; l’epidemiologa Eva Buiatti traccia alcuni tratti del modi di porsi dinanzi alla morte; lo psichiatra Pino Pini riduce ulteriormente il confine che separa i sani dai malati e parla delle esperienze di auto aiuto; Luigi Amaducci fa i conti con i pregiudizi che per lungo tempo hanno circondato chi ha l’Alzheimer, il morbo di Gilda, cioè la malattia di cui soffriva Rita Hayworth; Willy Pasini, infine, tenta la definizione di un dizionario erotico.
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