LA PAROLA

Sgravare

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«Ma che stai a sgrava’?» era un tormentone qualche anno fa tra gli adolescenti, pronunciato nei contesti più vari e con grande trasporto, senza che nessuno sapesse realmente chi avesse forgiato quello strano verbo, che tuttavia suona benissimo infilato in mezzo ad altre parole. Un po’ come il salame fra due fette di pane.

Sgravare, usato in una conversazione fra giovani, può significare superare il limite, andar fuori di testa, fare qualcosa di esagerato in generale; ma addentrandosi nella foresta sterminata del vocabolario italiano, questo verbo, prima che qualche ragazzino iniziasse ad utilizzarlo in modo alternativo, aveva il significato di liberare qualcuno da un peso. «Ti sgravo io da quest’incarico poco gradito», ovvero «mi occuperò io di far qualcosa al posto tuo, un compito che probabilmente ti hanno caricato sulle spalle sapendo che non sei capace di dir di no».

In effetti, il termine grave come sinonimo di pesante porta facilmente in questa direzione e potrebbe essere considerato un collegamento ulteriore con la voce gravità. La quale parola, oltre a denotare la forza fisica esercitata sulla terra che consente di camminare sul pavimento senza alzarsi in volo come palloncini gonfiati ad elio, è da correlare alla grande importanza di un determinato argomento o fatto. «Ma non capisci la gravità della situazione?» è un’evidente esclamazione retorica con la quale si chiede come faccia “Tizio” a non capacitarsi che l’aver tradito la sua ragazza con sua sorella non è proprio una cosina da nulla.

«Oggi ha davvero sgravato!», come direbbe un giovanotto rivolto al compagno di banco, commentando il comportamento della professoressa di matematica che ha assegnato una valanga di compiti soltanto per il giorno dopo.

Il verso sgravare, tuttavia, può essere impiegato anche in altro modo, in riferimento al mondo animale: quando una femmina è in dolce attesa, si è soliti dire che è stata ingravidata. Similmente, una volta che avrà partorito, si dice che ha sgravato o si sarà sgravata dal piccolo. Detto così è un po’ brutto, fa venire in mente un animale, ad esempio una pecora, che caccia fuori di casa suo figlio e gli lancia i panni dalla finestra, dicendo che deve andare a trovarsi un lavoro!

Nella speranza che nell’universo animale le genitrici siano più clementi, se passeggiando per la strada sentite strillare «ha sgravato!», no miei cari, potete stare tranquilli, non è quel che credete voi.

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