LA PAROLA

Sintetico

Sintetico è chi è conciso, chi riesce, col minor numero di parole, ad esprimere il maggior numero di pensieri senza renderli in questa “contrazione” incomprensibili, troppo asciutti, monchi di una qualche loro parte. Perciò chi scrive questa parola deve attenersi a quanto prescrive l’omonima voce del Vocabolario Treccani, vale a dire limitarsi «all’essenziale, ai soli elementi che rivestono particolare importanza e significato», esprimendo tuttavia una «valutazione complessiva d’insieme» che «non si sofferma sull’analisi dei particolari, ma tende a suggerire con immediatezza una rapida visione d’insieme attraverso le idee o gli elementi essenziali».

Sinteticamente, perciò, tralasceremo il significato che il termine riveste nella logica kantiana riferendosi ai giudizî e contrapponendoli ai giudizî analitici, così come quello che assume in linguistica, distinguendo tra lingue sintetiche, come il latino, e lingue analitiche, bisognose di desinenze, affissi e variazioni tematiche.

In sintesi, invece, daremo conto di cosa voglia dire questa parola in chimica, perché di fronte ad essa, paragonata al significato primario, qualche problema si pone e troppo sintetici non si può essere. Sintetica in chimica è quella «sostanza ottenuta per sintesi, non proveniente dall’elaborazione di organismi animali o vegetali».

È quindi spesso sinonimo di “artificiale”, “poco genuina”, di materia prodotta in laboratorio attraverso processi di trasformazione «di sostanze semplici, provenienti da materie prime». Lo zirconio, per esempio, è un brillante, ma a differenza della pietra preziosa che scimmiotta, non emette la stessa luce, ed è perciò assai più abbordabile di prezzo. La marjuana – soffermandosi sulle droghe – è “naturale”, il crack è invece “sintetico”, ma questo non vuol dire che per ottenere dell’oppio l’uomo non debba intervenire alla fonte, trasformando la materia prima da cui deriva, il papavero. C’è lavoro e trasformazione anche nella realizzazione di prodotti naturali, ma essi non vengono ottenuti in laboratorio per sintesi.

Mantenere genuinità riducendo all’osso, preservare la complessità sforbiciando il superfluo, esser fedeli riassumendo non è facile, ed è sbagliato pensare che chi opera queste “scorciatoie”, questi “tagli”, depauperi o violi l’originalità. Ma il rischio esiste e se ne dev’essere edotti accingendosi a sintetizzare.

Se non sintetizzassimo, del resto, passeremmo il tempo a ripetere passo passo cos’è appena avvenuto. E questa non è vita.

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