DAILY LA PAROLA

Strascico
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Mantello del re, strascico della sposa, rete in fondo al mare, movimento aderente dei piedi al suolo simile al pattinare, o la tosse che resta un'altra settimana nonostante la bronchite sia passata: è lo strascico, parola trasversale al tempo e alle culture.

Lo strascico è quel pezzo di stoffa che tocca terra (e dunque strascica) nell’abito di una sposa, in un manto regale, in una veste liturgica, ma la parola ha molti altri significati: da strascicare i piedi mentre si cammina a mostrarsi servile nei confronti di un capo, da quel malessere vario che può lasciare una forte influenza o una brutta bronchite all’uso a strascico delle reti per pescare in mare.

Alle volte strascichiamo anche le nostre vite lasciando scorrere il tempo senza passione, oppure strascicando ancora qualche anno quelle che una volta erano storie d’amore facendo finta di nulla, come se non fossero diventate tossiche appendici. Strascichi sì, ma velenosi.

Certe vicende possono lasciare uno strascico di pettegolezzi, oppure sono i disordinati a lasciare uno strascico di cose buttate qua e là. In ogni caso gli usi figurati della parola non sono molto positivi, anzi, fanno sempre intendere una qualche scocciatura più o meno rilevante. Ad esempio gli strascichi giudiziari, che nascono dalla lentezza immane delle fasi processuali.

Meglio dunque tornare a uno strascico più lieve, quello dell’abito da sposa. Ci sono cinque tipi diversi di strascico: quello a cappella, nel quale la coda parte dall’altezza della cintura dell’abito e prosegue per un metro e mezzo; quando raggiunge i due metri, questo tipo di strascico è detto a cattedrale. Servono damigelle a reggerlo, cotanto strascico, e la sposa è un po’ impedita da subito, farà abbastanza fatica a scappare dall’altare. Pare però che sia un impedimento di particolare eleganza.

Poi c’è lo strascico a terra, lungo a coprire i piedi della sposa e a farla casomai inciampare, se non ha fatto un po’ di prove di movimento nel suo abito di pizzo. Bisogna avere quindi il tacco giusto, e stare attente perché quei trenta centimetri di stoffa che ci si ritrova fra i piedi potrebbero essere fatali.

Lo trascico regale è il più lungo di tutti, scende sul pavimento per metri e metri, come quello di Lady Diana che era lungo quasi otto metri. Se il proverbio dice “sposa bagnata, sposa fortunata” anziché “sposa strascicata, sposa fortunata”, un buon motivo ci sarà, e Lady D. avrebbe potuto essere anche d’accordo, fosse ancora viva. In alternativa potrete optare per lo strascico di corte, che non supera il metro di lunghezza e impedisce meno la sopravvivenza al grande giorno. Infine c’è lo strascico moderno, che si chiama strascico Watteau, una sorta di mantellina che scende dalle spalle e lascia libere le gambe di fare quattro salti a tempo di musica a fine cerimonia. Non ha una lunghezza definita, ma si adatta al tessuto e al modello scelto per la rappresentazione, in quel giorno in cui ognuno si strascica in giro per la sala cercando di sopravvivere alle conseguenze del banchetto.

 

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