CRITICA FUMETTI

Sturmtruppen, ritratto del ’68

La leggenda narra che Bonvi (nome d’arte di Franco Bonvicini) realizzò la prima famosa striscia di fumetti Sturmtruppen sul tovagliolo di un ristorante, la realtà che essa vinse il IV Salone del Fumetto di Lucca del 1968 permettendone la pubblicazione sul giornale “Paese Sera” il 23 novembre dello stesso anno.

Il fumetto, il più celebre dell’autore e tra i più conosciuti d’Italia, narra di una sgangherata truppa tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale composta dai più disparati soldati (un cuoco che cucina così male che il suo rancio prende vita, un medico in realtà veterinario che trasforma i commilitoni in vampiri e una vedetta che non riesce mai a vedere nulla ecc..) destinati a fallire qualsiasi attacco e per questo accusati dal comandante di «disfattismo». Una satira, sulla guerra, sulla violenza e sull’obbedienza cieca fatta passare per patriottismo.

Il fatto che un fumetto del genere abbia visto la luce proprio in quell’anno non è un caso, come non lo sono Diabolik e Alan Ford (il primo ispirato al personaggio della letteratura francese Fantomas e a veri fatti di cronaca e il secondo a James Bond): quello era l’anno in cui i Vietcong, con la loro offensiva del Tet, mettevano fine al mito della Guerra del Vietnam come ad un conflitto ormai giunto al termine, e che di conseguenza avrebbe richiesto come tributo altre vite, perlopiù di giovani. Guerra che scatenò proteste da parte di quegli stessi giovani che non volevano essere mandati al macello per motivi che non sentivano loro, e che rinfocolò anche la protesta delle persone di colore, mandate in guerra in nome di diritti di cui loro, negli Usa, non godevano a pieno. Per rivendicare le loro istanze avevano formato molti grandi movimenti, tra cui i Musulmani Neri e le Pantere Nere.

Dei primi si ricordano, oltre al famoso Malcolm X assassinato nel 1965, anche il pugile campione del mondo Mohammed Alì, che nel 1968 compì un grande gesto di antimilitarismo rifiutandosi di partire per il Vietnam perchè a detta sua i Vietcong non lo discriminavano per il colore della sua pelle, motivo per il quale fu poi privato del suo titolo.

Le Pantere Nere invece sono legate alle Olimpiadi di Città del Messico, in quanto Tommie Smith e John carlos, atleti di colore vincitori della medaglia d’oro e bronzo, alzarono il pugno chiuso simbolo del movimento come protesta contro il razzismo.

A loro si aggiunse Vera Caslavska della Repubblica Cecoslovacca, che rifiutò di guardare la bandiera sovietica in quanto il 1968 fu anche l’anno della Primavera di Praga, movimento di liberalizzazione economico-politica attuata all’interno del blocco sovietico da Alexander Dubcek all’inizio dell’anno e che terminò nel mese di agosto con l’occupazione della città (e del paese) da parte di forze corazzate degli eserciti del Patto di Varsavia.

E proprio un tragico evento legato a questa edizione delle Olimpiadi ispirò la realizzazione di Sturmtruppen: durante una protesta di studenti nella Piazza delle Tre Culture di Città del Messico, l’esercito aprì il fuoco sulla folla compiendo una strage di cui ancora oggi non si conosce l’esatto numero delle vittime. Tale eccidio avvenne proprio il 2 ottobre, cioè quando secondo la leggenda Bonvi creò le prime strisce del fumetto in un ristorante. Il caso ebbe eco anche in Italia perchè la famosa giornalista nostrana Oriana Fallaci rimase ferita in questa sparatoria e fu data per morta.

Nel 1968 quindi nel sud-est Asiatico si combatteva una guerra destinata a far piovere ancora molto sangue, nell’Europa dell’Est gli eserciti del Patto di Varsavia occupavano Praga per stroncare qualsiasi comunismo dal volto umano e in Messico i soldati aprivano il fuoco su degli studenti indifesi.

Dopo queste notizie il fumetto Sturmtruppen è una boccata di benessere, ma è molto di più: è una critica contro il sistema che sembra schiacciare proprio chi dovrebbe proteggere, ossia i giovani. Un antimilitarismo molto diverso dal rifiuto di partire per una guerra o alzare un pugno, ma che riesce forse a fare molta più breccia, specialmente dopo che i fumetti avevano conquistato grande rispetto all’interno della cultura italiana degli anni ’60 grazie all’opera di uomini come Umberto Eco (scomparso nel 2016).

Lo si potrebbe definire un gesto di non violenza in risposta alla violenza, come le marce di Martin Luther King (anch’egli brutalmente assassinato nel 1968), oppure un tentativo di ironizzare su fatti gravissimi come l’antisemitismo (nel fumetto infatti non mancano i paragoni nazisti sugli ebrei) e questo forse spiega il grande successo che Sturmtruppen ebbe all’estero (fu tradotto in ben 11 lingue).

In pratica questo fumetto riesce, in poche vignette, a rispecchiare il clima di tutto il 1968, quando gli stupidi comandavano e i giovani morivano. In un certo senso, si spiega il suo successo mai tramontato, perchè i tempi non sono poi così cambiati.