DAILY LA PAROLA

Sudoku

Uno dei giochi più diffusi sotto l'ombrellone - e non solo - è un autentico rompicapo, inventato pare dal matematico svizzero Eulero. Solo molto più tardi è arrivato in Giappone, da cui è partito di nuovo per diventare "virale"

Sudoku vuol dire “sono consentiti soltanto numeri solitari”. Questa, secondo Wikipedia, la traduzione del nome giapponese del rompicapo: 数字は独身に限る, Sūji wa dokushin ni kagiru, da cui appunto deriva il termine 数独, sūdoku. Pare, tuttavia, che il gioco sia stato inventato in Occidente dal celebre matematico svizzero Eulero e che abbia poi subito varianti e modifiche nel corso del XIX secolo in Francia, poi negli Stati Uniti, dai quali sarebbe approdato in Giappone nella sua versione più diffusa e attuale. Dal 2005 è diventato virale a seguito della sua pubblicazione nella sezione enigmistica dei principali quotidiani e su riviste specializzate, in moltissimi Paesi.

La viralità del Sudoku è tale che arriva a diventare una vera e propria malattia. Bisogna, infatti, completare uno schema semivuoto (che ha tutta l’apparenza di essere imperfetto), senz’altro ausilio che non sia la propria logica, sebbene siano state elaborate alcune strategie risolutive del tutto intuitive. Chi si accinge a giocare a Sudoku si trova solitamente davanti agli occhi una matrice quadrata (o griglia o tabella che dir si voglia), formata da 81 celle, 9 per lato. La figura è a sua volta divisa in 9 quadrati, ciascuno composto da 9 caselle. Alcune celle sono compilate con numeri da 1 a 9, apparentemente senza un preciso ordine. Ma, benché le cifre figurino spesso in posizioni non contigue, non è a questo isolamento che è dovuto il nome del gioco. Nessuna attinenza nemmeno con la solitudine dei numeri primi; si tratta, semmai, soltanto dei primi numeri con cui lo schema si presenta precompilato al giocatore. I numeri sono solitari perché non possono essere ripetuti in nessuna delle righe, delle colonne e dei 9 quadrati di 9 celle in cui è suddivisa graficamente la matrice del Sudoku. Lo scopo del gioco è, pertanto, quello di compilare tutte le celle in modo che ciascun numero resti solitario.

Chi gioca a Sudoku sa che ci può essere una sola soluzione per ciascuno schema, seppure possa sembrare assurdo che, con tutti quegli spazi, vuoti esista un’unica possibilità di riempirlo rispettando le regole. In effetti, per una matrice con 9 righe e 9 colonne esistono, oltre 5 miliardi di combinazioni possibili. Ma come si fa a sapere quali e quanti numeri scegliere e in quali posizioni metterli per realizzare una matrice che abbia soluzioni valide? 5 miliardi di possibilità non sono poche, ma sono comunque una quantità limitata che ammette un numero enorme di occasioni di sbagliare.

Allora, basterebbe inventarsi una qualsiasi matrice Sudoku e cancellare il contenuto di un buon numero di celle. Visto che il gioco è praticato prevalentemente nelle lunghe e sonnacchiose ore delle vacanze estive, chi volesse fare un figurone potrebbe proporne uno così ottenuto ai propri vicini di ombrellone: «adesso provate a risolvere questo Sudoku che ho inventato io!». Ma attenzione a non vantarsi di essere grandi matematici, perché il gioco in realtà non ha bisogno di numeri. Vanno bene anche lettere, emoticon, stemmi, bandiere, qualsiasi cosa. È logica, logica soltanto. Certo, per dimostrare che, nel nostro ipotetico Sudoku da spiaggia non possiamo cancellare il contenuto di più di 74 celle per poter tornare con certezza alla soluzione di partenza e millantare una certa genialità, abbiamo bisogno dell’aiuto dei matematici duri e puri, ma sono rarissimi da trovare su litorali affollati, dove le uniche lavagne disponibili sono già compilate con le poche combinazioni dei menù del giorno.

Chi volesse mettersi sulle loro tracce può però partire da qui.

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