LA PAROLA

Supersoldato

Nonostante tutti gli accorgimenti possibili, dalle corazze fino ai manuali di etichetta e di addestramento, noti fin dall’Età moderna, durante la battaglia l’uomo mostra come non mai la propria fragilità, più che la propria supposta forza. Da finire schiacciato sotto i calzari o un cingolato, fucilato in fila a pochi metri dallo schieramento nemico, malamente decapitato da un aristocratico in carica o ridotto in colabrodo da una salva, i modi per tornare a casa su uno scudo sono innumerevoli, ed è lecito chiedersi cosa se ne possa fare un povero cristo, ridotto in polvere temporanea, della gloria eterna del proprio signore. Ma i miti della guerra permangono avviluppati alle pretese e ai sogni dei condottieri, i quali desiderano da sempre soldati simili agli uomini del mito.

Ernst Junger e tanti altri sperarono che il primo conflitto mondiale risultasse nella catartica generazione di un nuovo tipo di uomo e metallo, ma il risultato fu evento più traumatico e oscuro, simile alla creazione di un villain supereroistico, che portò alla nascita dell’Uomo totalitario. Per fortuna, non fu mai graziato da potenziamenti materiali che lo rendessero fisicamente superiore agli altri esseri umani. Al massimo si poteva sognare che l’uomo ariano riuscisse a mantenere vigore, forma e forza eccezionali tramite ginnastica, dieta e vita salutare. Sicuramente lo zoppo Goebbels e l’obeso Göring furono soddisfatti di vedere le giovani leve in una condizione fisica migliore della loro, prima che finissero travolti da una carica dell’Armata rossa o disintegrati da un ordigno anglosassone.

I supersoldati di maggior successo sono sempre stati quelli americani, quasi in reazione alle elucubrazioni europee troppo legate alla goffa medicina ottocentesca; meglio dei letterari superuomini, Capitan America e interi stuoli di super soldati spaziali, spesso resi superpotenti da aggeggi tecnologici come nel caso della Fanteria dello Spazio di Robert Heinlein; ragazzoni dalle doti sovrumane e dalle mille vittorie, immortalati dall’imperialismo culturale, mentre anni anni prima i superuomini della Wermacht e delle Waffen SS morivano di dissenteria e assideramento.

Il supersoldato è rimasto una leggenda irraggiungibile del cinema d’azione, della fantascienza e del fantastico; il mondo è testimone, negli ultimi decenni, delle tragiche disfatte di forze addestrate e superequipaggiate, dai Caschi Blu ai marines, destinati ad essere umiliati dai thugs del secondo e del terzo mondo; non hanno avuto miglior fortuna i jihadisti figli della Guerra fredda, costretti a rifugiarsi in orridi pertugi, crivellati da avversari, spesso  non più avanzati tecnologicamente, o rincorsi dalle maldestre ma solerti polizie occidentali in una sorta di ultraviolenta ripresa dei poliziotti di Kingston.

Nessuna modifica genetica all’orizzonte se non in qualche notizia improbabile e gli esoscheletri militari sono ancora in fase di lavorazione. Per chi è affamato di fantasie guerresche e sovrumane (e non ha chiara la lezione di Nietzsche, Junger e altri), è sempre possibile rivolgersi a qualche negoziante di giocattoli e videogiochi, che sarà ben contento di andare incontro a ogni esigenza…sempre che lo zio Tom Bosley abbia concesso la superpaghetta.

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