CRITICA FILM

Se una tartaruga rossa t’insegna che siamo natura

Nel marzo scorso è uscito un film d’ animazione – La tartaruga rossa o, come da titolo originale, La tortue rouge – del regista belga Michel Dudok de Wit. È un film che tratta, in primo luogo, del rapporto contrastante tra la natura e l’uomo, ma anche di un amore semplice e puro come quello tra due individui, e quello di un figlio per i genitori.

La trama è semplice seppur fantastica: un uomo naufraga su un’isola deserta. Lì, aiutato dalla folta vegetazione, costruisce più di una volta una zattera, ma questa viene puntualmente distrutta da un’entità naturale. All’ultimo tentativo, l’uomo riesce a capire la causa di tutto ciò: un’enorme tartaruga che, sentitasi invasa, cerca di difendere il proprio territorio. L’uomo disperato torna sulla sua isola, ma quando gli si presenta l’occasione di vendicarsi non esita un secondo e lascia morire la tartaruga. In un sogno, però, si rende conto del proprio errore e cerca di rimediare. Ma ormai è troppo tardi.

Durante la notte avviene un metamorfosi che donerà all’uomo egoista una nuova vita. Dal guscio della tartaruga esce una giovane donna, con la quale l’uomo avrà una figlio, che, divenuto adulto, lascerà l’isola in cerca di avventure. I due superstiti vivranno una lunga e felice vita fino alla morte di lui, quando ella si ritramuterà in tartaruga.

Nel film sono presenti dialoghi, ma le immagini e la musica bastano a comprendere e condividere i sentimenti dei personaggi. La natura ha un ruolo importante nella storia, si vede nelle possenti onde blu del mare, nei canneti e nei ragnetti rossi. Essa è, al contempo, madre e matringna, può essere benigna o devastante, amica o nemica.

Dudok de Wit in collaborazione con Isao Takahata e Hayao Miyazaki, ha realizzato un film piacevole e non troppo impegnativo, in cui domina la natura espressa nelle sue varie forme. Questo film inspira il rispetto per la natura, perchè anche se a volte essa e indomabile e devastante – come quando si presenta sotto forma di tsunami o del terremoto che poco tempo fa ha sconquassato l’Italia –  la sua forza non mira a nuocere all’uomo, bensì, in quanto entità superiore, agisce quale sinonimo di se stessa cioè per sua natura. Cè di che imparare, anche per chi ha più anni di me sulle spalle.

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