LA PAROLA

Ultimatum

Un avvertimento che non vuole essere ignorato, una condizione di tratta che non vuole essere discussa, una condanna che non vuole essere elusa; questo è l’ultimatum, un principio della diplomazia internazionale che, se oltrepassato, pone fine alla diplomazia stessa.

Di base, l’ultimatum in politica internazionale, è il modo più grande di giocare d’azzardo con la vita delle persone; tu fai realpolitik, al tavolo delle nazioni, e tiri su varie “fiche” che sono plotoni stazionati, villaggi periferici e disgraziati di passaggio; tu cali la mano sperando di fare “hold’em”, e il tuo avversario invece ti sdrena e ti sbatte fuori dal tavolo.

Risultato: migliaia di morti.

Non c’è salvezza, puoi solo contare sulla certezza dell’inferiorità nemica o della tua capacità di affrontare il conflitto; infatti, molto spesso l’ultimatum è una provocazione da lanciare per provocare un conflitto, o in cui cadere, senza nessuna ingenuità, perché si vuole venire alle mani, e Cavour ne sapeva qualcosa: egli volle provocare nel 1859 l’Austria con le esercitazioni, affinché fosse possibile innescare il conflitto nel momento dell’appoggio propizio degli Imperi francese ed inglese, premendo sul Parlamento italiano per dare pieni poteri a Vittorio Emanuele II. Sarebbe opportuno ricordare come il Risorgimento non fu costituito solo da una leggenda romantica, ma da un complesso gioco di potenze in cui le vite di migliaia di persone erano ridotte a pedine nelle mani di uomini brillanti e costretti dalla “RealPolitik” ad essere spregiudicati ed insidiosi, come anche il povero Cavour, timido e riflessivo nel privato.

Bismarck mise la quinta nel 1870 , dopo a provocazione dell’ultimatum francese che imponeva che Guglielmo I ed i Prussiani non s’immischiassero nella disputa sulla successione della corona spagnola. Per rispondere a quell’irritante ultimatum, lo fece con un’altra provocazione, ovvero curando la diffusione di un documento, il Dispaccio di Ems, in cui rielaborava la scena dell’incontro tra un ambasciatore francese ed il re prussiano facendo credere a tedeschi e francesi insieme, dopo la diffusione mediatica del rapporto, che l’amaramente accomodante  Sovrano prussiano avesse invece reagito sprezzantemente alla tracotanza francese. Continuando la strada della provocazione con altre mosse, riuscì a provocare la Francia fino alla dichiarazione di guerra facendo passare la Prussia come la potenza aggredita ed umiliata, che poi, come auspicato dallo stratega,  ebbe un’adeguata riscossa.

Un uso improprio dell’ultimatum è stato fatto dalla famigerata titolistica per film stranieri di marca nostrana, per cui fu proposto il titolo Ultimatum alla Terra per il film americano del 1951 The Day the Earth Stood Still; rielaborato da un racconto molto diverso, la pellicola vede l’arrivo sulla terra, agli albori della Guerra Fredda, dell’alieno Klaatu, che tenta in un tutti i modi di organizzare una conferenza per i rappresentanti di tutti i paesi del mondo, senza discriminazioni, a cui consegnare un messaggio importantissimo per la salvezza della razza umana: se questa esporterà il proprio espansionismo nucleare e militare oltre il pianeta Terra sconfinando sui suoli sovrani di altri mondi, sarà rappresaglia.

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