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Un concerto per ricordare Franco Fortini

Franco Fortini

Di Franco Fortini – uno di quegli intellettuali che hanno lasciato il segno nell’Italia della seconda metà del Novecento –, pseudonimo di Franco Lattes, ricorre quest’anno il centenario della nascita, essendo egli nato a Firenze nel 1917.  Ebreo, durante la guerra dovette rifugiarsi in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni razziali, e dì lì si mosse verso la Val d’Ossola per partecipare alla lotta di Resistenza.

La sua opera poetica, nata all’insegna dell’ermetismo, riuscì negli anni a conferire alla scontrosa severità di una ispirazione civile e politica una classica “misura”. Nel ruolo di coscienza inquieta degli intellettuali di sinistra, dai tempi del “Politecnico” di Vittorini, del quale fu redattore, fino ai “Quaderni piacentini”, Fortini costituì un sicuro punto di riferimento per le giovani generazioni, applicando l’intelligenza penetrante del saggista a temi non soltanto letterari ma anche politici e culturali.

Tradusse Proust, Éluard, Brecht e Goethe; del 1990 è l’ampia silloge di Versi scelti: 1939-1989, in cui riunì il meglio della sua produzione poetica. Si devono inoltre ricordare la raccolta degli scritti in versi e in prosa di carattere epigrammatico e satirico (L’ospite ingrato: primo e secondo, 1985), il recupero di due racconti rimasti a lungo inediti (La cena delle ceneri & Racconto fiorentino, 1988) e alcune raccolte di saggi (Nuovi saggi italiani, 1987; Non solo oggi: cinquantanove voci, a cura di P. Jachia, 1991; Attraverso Pasolini, 1993). Nel 1994 apparve il suo ultimo libro di poesie, Composita solvantur. È morto a Milano nel 1994.

Il Comitato nazionale per il centenario della nascita di Franco Fortini è coordinato dall’Università di Siena e ad esso ha aderito l’”Istituto de Martino“, depositario del patrimonio etnografico raccolto dal grande antropologo napoletano, impareggiabile autore di opere come Il mondo magico: prolegomeni a una storia del magismo, (Einaudi, 1948, poi Boringhieri, 1973, con introduzione di Cesare Cases e in appendice testi di Benedetto Croce, Enzo Paci, Raffaele Pettazzoni e Mircea Eliade), Morte e pianto rituale nel mondo antico: dal lamento pagano al pianto di Maria (Einaudi, 1958, con introduzione di Clara Gallini), Sud e magia (Feltrinelli, 1959), Magia e civiltà. Un’antologia critica fondamentale per lo studio del concetto di magia nella civiltà occidentale (Garzanti, 1962) e La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali (Einaudi, 1977, a cura di Clara Gallini).

Franco Fortini, infatti, ha un legame molto stretto con l’Istituto de Martino che ha sede a Sesto Fiorentino, a villa San Lorenzo al Prato, in via degli Scardassieri 47 (tel: 055-4211901) ed è un importante istituzione culturale a cui va riconosciuto il grande merito di tenere viva la tradizione della musica popolare italiana, organizzando regolarmente concerti di musicisti che attingono al filone della canzone di protesta, in particolare con il festival “Incanto”, giunto alla 22° edizione.

È nell’ambito di questo che sabato 30 settembre 2017, alle ore 21, con ingresso libero, si terrà presso la sede dell’Istituto un concerto di Alessio Lega (voce e chitarra), Rocco Marchi (percussioni e tastiere), Rocco Rosignoli (mandolino, violino, voce), Guido Baldoni (fisarmonica e voce), Francesca Baccolini (contrabbasso) dedicato alle canzoni di Franco Fortini nel centenario della sua nascita, intitolato Dove si andrà?

«La poesia e l’attività critica e letteraria di Franco Fortini – si legge nell’invito al concerto realizzato dall’Istituto de Martino –, inscindibile dal suo impegno civile e politico, rappresentano un baluardo di valori e di esperienze che da sempre accompagnano la vita del nostro Istituto, che già nel ’94 dedicò un numero monografico della rivista “Il de Martino” al grande poeta appena scomparso. Sin dai tempi delle Edizioni Avanti! dirette da Gianni Bosio, troviamo Fortini, con i suoi Tre testi per film (1961), tra i collaboratori di quella straordinaria avventura editoriale e politica, ma è in occasione dello spettacolo cult Bella Ciao del 1964 che le parole di Fortini lasceranno una impronta indelebile nella memoria collettiva di molte generazioni:

“Qualche volta, dagli affreschi e dai quadri, i loro visi ci fissano. Ma dai libri quasi mai ne intendi la voce. Le loro generazioni hanno formato la lingua che parliamo, la sintassi dei nostri pensieri, l’orizzonte delle città, il presente. Ma la coscienza che anno dopo anno, mietitura dopo mietitura e pietra dopo pietra, essi formavano ai signori e ai padroni, quella coscienza non li riconosceva. Li ometteva. Confondeva le loro voci con quelle degli alberi o degli animali da cortile. Questi canti sono stati uditi – quando sono stati uditi – tutt’al più come voce di una cultura separata e arcaica; ma noi oggi sappiamo che essi esprimono un mondo di dominati in contestazione e in risposta”.

Grazie a Ivan Della Mea e alla sua struggente ed epica interpretazione dell’Internazionale rielaborata e attualizzata da Franco Fortini – prosegue l’invito al concerto –, le sue parole e la sua poesia hanno continuato fino ad oggi ad accompagnarci nelle nostre iniziative pubbliche»

Così, in occasione del centenario, l’Istituto ha proposto ad Alessio Lega, voce critica e poetica del presente e straordinario interprete del canto sociale e politico, di allestire assieme ad altri artisti un concerto speciale dedicato alle canzoni scritte da Fortini, un repertorio poco noto e ricco di sorprese che si potranno ascoltare, in anteprima nazionale, a Sesto Fiorentino, il 30 settembre.

Alessio Lega, è uno dei cantautori più conosciuti e stimati della sua generazione, vincitore della Targa Tenco nel 2004 con Resistenza e Amore, ma è anche uno scrittore e militante anarchico (Bakunin, il demone della rivolta, Eleuthera 2015, Canta che non ti passa, Stampa Alternativa 2008)).

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