IL NUMERO

7

Stando a un demenziale film – The late bloomer, diretto da Kevin Pollak nel 2016 e tratto dall’autobiografia del giornalista Ken BakerMan Made: A Memoir of My Body – ogni 7 secondi, in media, abbiamo un pensiero riguardo al sesso: «54 giorni all’anno, quasi due mesi».

Vero o falso che sia, ai re di Roma, ai nani di Biancaneve e dei fratelli Grimm, ai colli di Roma, alle spose per i relativi fratelli, ai celebri Samurai di Akira Kurosawa e a numerose altre varianti del 7 – compreso il 7 bello inteso come carta napoletana di denari, treno della Breda del 1950 e moto della Morini del 1954, primo giallo tutto italiano di Alessandro Varaldo pubblicato nel 1931 dalla Mondadori, profilattico della Durex ed altre cose ancora – ora possiamo aggiungere la frequenza dei nostri pensieri libidinosi.

Confessa il protagonista del film: «Il sesso è fondamentale, è spinto, è sporco, è fenomenale, è strano ed è così che andrebbe fatto, e sono anche due persone che si uniscono, e questo è terrificante e bellissimo. Fottete, fottete, fottete, fottete, fate vincere la libido, finché il vostro cuore non scoppierà, infilate la lingua ovunque, succhiate i cetrioli, strizzate le poppe, sventrate le passere, se fa stare bene voi e l’altra persona con cui lo farete, io ve lo appoggio. Abbiamo una sola vita, una sola e non è assolutamente possibile vivere bene senza fare sesso».

Fu quel giorno della settimana, del resto, che dio si riposò.