Il primo maggio del 1956, venne reso disponibile al pubblico il vaccino antipolio sviluppato da Jonas Salk. Testato nel 1954, annunciato al mondo l’anno successivo, ha contribuito a debellare questa terribile malattia nella maggior parte dei Paesi del mondo, insieme a quello orale sviluppato da Albert Sabin, che venne approvato nel 1962.
Grazie alla vaccinazione, l’incidenza della poliomielite in tutto il pianeta è scesa dai 350 mila casi registrati nel 1988, ai 1652 del 2007, ai 223 casi nel 2012, fino ai 23 del 2018, in soli due Paesi, Afghanistan e Pakistan. Ormai vicinissima alla scomparsa, è la seconda malattia dopo il vaiolo che potrebbe essere sconfitta con la vaccinazione, dato che l’Oms conta di arrivare rapidamente ad annunciarne l’eradicazione. Proprio con questo obiettivo, lo scorso primo gennaio, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha assunto anche la presidenza del Polio Oversight Board, che coordina le azioni globali nella lotta alla polio, la cui eradicazione è da questo momento priorità per l’organizzazione. Se il risultato sarà raggiunto, oltre agli altissimi benefici umanitari e di salute pubblica, saranno risparmiati anche circa 50 miliardi di dollari, in particolare nei Paesi a basso reddito, dove più facilmente colpiscono le malattie infettive.
Purtroppo, negli ultimi anni si è assistito anche a una forte e preoccupante diminuzione della copertura vaccinale, sotto il 95 per cento, che potrebbe causare una ripresa della malattia anche nei Paesi in cui è stata considerata debellata.
L’allarme è stato lanciato a maggio 2017, durante il “Workshop europeo sulla vaccinazione” a Bruxelles, dal Commissario europeo per la salute, il cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis. «La grande Europa è diventata “polio free” nel 2002. Questo status ora è a rischio, a causa della bassa immunità della popolazione e delle lacune di immunizzazione, anche nei paesi Ue», aveva specificato, osservando anche che «ogni anno nel mondo le vaccinazioni evitano una cifra stimata in 2,5 milioni di morti».( “Corriere della Sera”)