DAILY LA DATA

16 febbraio 1957
Esce “Il Settimo Sigillo”

Il 16 febbraio 1957 esce nelle sale svedesi un film che farà parte della storia del cinema: Il Settimo Sigillo (Det sjunde inseglet) di Ingmar Bergman, ispirato alla pièce teatrale dello stesso Bergman – Pittura su legno – scritta l’anno precedente per la sua compagnia di prosa.

È un lungometraggio che racconta la lunga partita a scacchi tra la morte, interpretata da Bengt Ekerot e un cavaliere tornato dalle crociate stanco e disilluso che ha il volto di Max Von Sydow. Il film, considerato uno dei capolavori del regista svedese e del cinema mondiale, lo consacrerà definitivamente come uno dei principali talenti drammaturgici del secolo. Negli stessi luoghi dove è stato girato Il settimo sigillo Ingmar Bergman ambienterà successivamente anche il film L’ora del lupo del 1968. Presentato in concorso al decimo Festival di Cannes, vinse il Premio Speciale della Giuria ex aequo con I Dannati di Varsavia del grande regista polacco Andrzej Wajda.

Bergman decise di fare questo film dopo aver ascoltato i Carmina Burana di Carl Orff. La sua idea originale era di trasformare il suo precedente dramma Pittura su legno, in un film. Il produttore, sulle prime, non volle saperne, ma poi, dopo il successo di Sorrisi di una notte d’estate, cambiò idea raccomandandosi però che le riprese non durassero più di un mese. Il film fu girato, in parte a Hovs Hallar, nella riserva naturale di Scane e in parte negli atrii del Castello Reale di Råsunda e nella vecchia Città dei Film (Filmstaden) di Solna.

I personaggi centrali sono un Cavaliere che possiede la fede ma è assalito dal dubbio e il suo scudiero che però è materialista e indifferente a questi temi. Il Cavaliere, di ritorno dalle Crociate attraversando un periodo di crisi, si confida con un monaco che in realtà è la Morte. Ne nasce così un dialogo molto suggestivo – con la celebre partita a scacchi – che tocca ed illustra nella sua essenza i grandi temi dell’esistenza. La forza drammaturgica è anche nella rinuncia, da parte di Bergman, di fornire una risposta univoca all’angoscioso problema posto dal crociato, accennando appena che forse la soluzione sia nella salvezza della Grazia che assiste i semplici. Un discorso molto cattolico dunque, che richiama grandi voci medievali quali Jacopone da Todi e Francesco Petrarca.