DAILY LA PAROLA

Amore

Difficile condensare il significato di questa parola in una definizione, anche perché ha assunto sfumature diverse nel corso dei millenni, nelle differenti culture e latitudini. Ogni filosofo vi ha dedicato più di una riflessione, ma forse la più semplice ed efficace è quella che spiega l’amore come l’inclusione dell’altro nel sé, la capacità di uscire dalle barriere del proprio ego e allargare i confini a un noi, fino ad arrivare a volere il bene dell’altro più del proprio.

Con la parola amore si può intendere un’ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma più generale di affetto, come quello per un amico o per il proprio animale domestico, fino alla passione che travolge il senso della realtà e porta a comportarsi in maniera inusuale.

Il termine entra nella lingua italiana a partire dal XIII secolo, derivando dalla parola latina amor, a sua volta derivato dal verbo amare. Amare risulta connesso con il latino amma (mamma), o anche amita (zia), può avere quindi la sua possibile origine dal linguaggio infantile.

Hegel sostiene che l’amore supera il diritto, è qualcosa che va oltre ed è più importante. È pertanto auspicabile uno Stato, società e famiglia centrate sull’amore piuttosto che sulle leggi. L’amore non ha i confini del diritto, fatto di opposizioni e bilanciamenti tra poteri e continue distinzioni; l’amore è antitesi a tutte le opposizioni e a tutte le molteplicità.

Secondo Erich Fromm l’amore non è solo un sentimento, ma è anche composto da azioni e in realtà il cosiddetto “sentimento d’amore” è superficiale rispetto al proprio impegno di amare attraverso una serie di azioni amorevoli nel corso del tempo. In questo senso, Fromm ha dichiarato che l’amore non è in definitiva un sentimento per tutti, ma piuttosto è un impegno e un’adesione, un insieme di azioni amorevoli rivolte verso un’altra persona, ma anche verso se stessi o nei confronti di molti altri, per un periodo prolungato, duraturo.

Ma la sintesi migliore dell’amore è sempre quella del Sommo Poeta nella chiusa della Divina Commedia: ciò «che move il sole l’altre stelle».

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