DAILY LA PAROLA

Chabadabada

Una parola che non vuol dire niente ma che è diventata metafora di una situazione reale: l'alternanza uomo-donna nel mondo politico e amministrativo

Ci sono canzoni fatte di parole prive di senso, che però un senso ce l’hanno eccome, come direbbe Vasco. E poi ci sono parole senza senso che invece hanno un inaspettato exploit semantico e finiscono con l’entrare a buon diritto nel vocabolario.

Chabadabada. Vi dice qualcosa? Sul momento forse no. Ma provate a ricordare una scena del film di Claude Lelouch Un uomo e una donna (Premio Oscar 1967) oppure a cliccare sul video qui sotto: non vi viene quasi naturale accompagnare la musica con quell’indimenticabile “cha ba da ba da”?

In realtà il testo originale (di Pierre Barouth sulla straordinaria colonna sonora di Francis Lai) recita “da ba da ba da” ma, curiosamente, nella memoria collettiva si è sedimentato quel “cha ba da ba da” che si ripete in loop nelle nostre teste anche a film finito.

E oggi chabadabada non è più soltanto un’infilata di fonemi piacevolmente carezzevoli. La parola è entrata nel vocabolario francese per indicare l’alternanza uomo-donna, per esempio nelle liste politiche, per questioni di parità di genere. La paternità dell’espressione “lista chabadabada” è attribuita al sottosegretario del governo francese Michel Rocard. Anche l’Italia comincia ad andare in questa direzione con liste, consigli d‘amministrazione, presidenze chabadabada: un uomo e una donna.

p. s. L’autrice si scusa con i lettori, consapevole di aver instillato nella loro mente un refrain tormentone che non li abbandonerà per tutta la giornata.