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Futurismo

Futurismo, sostantivo maschile, è il nome del movimento artistico italiano fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti che  basava la propria concezione estetica sul dinamismo, sul culto della modernità e della tecnica, in contrasto polemico con ogni forma di tradizionalismo nelle arti.

Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi dell’Europa, in particolare in Russia e Francia, ma anche negli Stati Uniti d’America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l’architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia.

Il Futurismo nasce all’inizio del Novecento, in un periodo di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell’arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, gli aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti.

Il XX secolo era invaso da un nuovo vento, che portava una nuova realtà: la velocità. I futuristi intendevano idealmente «bruciare i musei e le biblioteche» in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sul dinamico presente; tutto questo, come è ovvio, in senso ideologico.

Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione.

Nel Manifesto Futurista, pubblicato inizialmente in vari giornali italiani e sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti espose i principi base del movimento. Si esaltavano il dinamismo, la velocità, l’industria, il militarismo, il nazionalismo e la guerra, che veniva definita come «sola igiene del mondo».

Nelle opere futuriste è quasi sempre costante la ricerca del dinamismo; cioè il soggetto non appare mai fermo, ma in movimento: ad esempio, per loro un cavallo in movimento non ha quattro gambe, ne ha venti. Così la simultaneità della visione diventa il tratto principale dei quadri futuristi; lo spettatore non guarda passivamente l’oggetto statico, ma ne è come avvolto, testimone di un’azione rappresentata durante il suo svolgimento.

La prima importante esposizione futurista si tenne a Parigi presso la galleria Bernheim-Jeune dal 5 al 24 febbraio 1912.

Il Manifesto futurista di Marinetti era stato pubblicato a San Pietroburgo appena un mese dopo l’uscita su Le Figaro, e già negli anni 1911 e 1912 Natal’ja Sergeevna Gončarova e Michail Fëdorovič Larionov, che in patria verrà definito il padre del Futurismo russo, furono i concreti iniziatori del movimento in Russia. Aderirono inoltre anche personalità come il poeta e drammaturgo Vladimir Vladimirovič Majakovskij.

In Russia il movimento non fu caratterizzato dal bellicismo come quello dei futuristi italiani, criticato da Majakovskij, ma fu accompagnato da un’utopica idea di pace e libertà, sia individuale (dell’artista), sia collettiva (del mondo), che si sarebbe concluso con l’adesione di una parte del gruppo al bolscevismo. Dopo la rivoluzione d’ottobre molti futuristi confluirono nel cubismo e nell’astrattismo.

Equiparare la ricerca futurista dell’attimo con quella impressionista, come è stato fatto in passato, è ormai considerato profondamente errato. Se è vero infatti che gli impressionisti fecero dell'”attimalità” il nucleo della loro ricerca – loro scopo era fermare sulla tela un istante luminoso, unico e irripetibile – la ricerca futurista si muoveva in senso quasi opposto: suo scopo era rappresentare sulla tela non un istante di movimento ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale.

La fondazione Palazzo Strozzi e la Tate Modern di Londra ci offrono la bella possibilità di ammirare le opere di una delle più affascinanti interpreti del Futurismo Russo, Natal’ja Sergeevna Gončarova, dal 28 settembre 2019 al 12 gennaio 2020 a Palazzo Strozzi, a Firenze.

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