Fino a pochi mesi prima era stato sindaco di Firenze. Quel giorno, il 10 febbraio 1986, si stava recando in consiglio comunale quando un’auto si affiancò alla sua e un commando gli scaricò addosso undici colpi di mitraglietta Skorpion, uccidendolo. Aveva 52 anni, moglie e quattro figli, era un esponente del Partito Repubblicano e consulente del ministro della Difesa Spadolini.
In serata l’attentato fu rivendicato dalle Brigate Rosse – Pcc (Partito comunista combattente), la stessa sigla che aveva rivendicato l’uccisione del professor Ezio Tarantelli e che ricomparirà nel corso degli anni fino al 2002 rivendicando gli omicidi del senatore Roberto Ruffilli e dei professori Massimo D’Antona e Marco Biagi.
Le indagini portarono all’individuazione e alla condanna all’ergastolo di quattro terroristi – Michele Mazzei, Fabio Ravalli e sua moglie Maria Cappello, già condannati per l’ omicidio del senatore Roberto Ruffilli, e Marco Venturini – ma gli inquirenti rimasero nella convinzione che fossero coinvolte altre persone, mai identificate.