DAILY LA PAROLA

Lapidario

Viene da chiedersi se, nell’era digitale, un Times New Roman sia il degno sostituto di qualcosa che richiedeva martello e scalpello. Strana metafora delle nostre vite, dove tutto o quasi è incerto e con il semplice tasto canc possiamo eliminare in ogni momento quello che poco prima aveva l’aria di un’affermazione, alimentando così i nostri dubbi.

Dal latino lapis, pietra, ciò che è lapidario non ammette repliche perché inciso nella pietra. La capacità di essere lapidari caratterizza l’invidiabile condizione di assoluta certezza e assunzione di responsabilità e presuppone l’essere incisivi ed efficaci, ovvero, icastici. Anche una certa sentenziosa solennità non guasta, per esempio «La vita non è trovare se stessi. La vita è creare se stessi»,  lapidaria frase di George Bernard Shaw.

D’altro canto, in altre epoche, incidere su pietra presupponeva chiarezza d’idee: se veniva male non è che potevi accartocciare la lapide e buttarla nel cestino alle tue spalle.
Oggi, la lapidarietà si attaglia meglio in ambito funerario, dove una bella lapide incisa non si nega a nessuno, tant’è che digitare “incidere lapidi” su google apre il campo ad una vasta scelta di arte funeraria personalizzabile.

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