DAILY LA DATA

10 maggio 1994
Mandela presidente
del Sudafrica

Il 10 maggio del 1994 il leader africano Nelson Mandela venne nominato presidente del Sudafrica. La fine i una delle epoche più buie della nostra storia

Questa data unisce, paradossalmente, due figure esattamente contrarie l’una rispetto all’altra. Come il giorno con la notte. O il dolce con l’amaro. Il 10 maggio del 1994 il leader africano (e sudafricano) Nelson Mandela venne nominato presidente del Sudafrica. Era stato imprigionato dal precedente regime dell’Apartheid (di fatto un regime razzista che divideva i bianchi dai neri e riconosceva diritti e dignità solo ai primi) fino all’11 febbraio 1990 quando fu liberato in seguito alle enormi pressioni internazionali e a una crisi politica che non aveva precedenti. Aveva settantun anni ed era stato in galera per ventisette. Per i giochi ipocriti che spesso stanno alla base della politica Mandela ricevette il premio Nobel per la pace insieme ad uno dei suoi aguzzini (politicamente parlando s’intende) vale a dire Frederick Willem de Klerk, leader del partito Nazionale il quale partito fu il principale sostenitore delle politiche razziste in Sudafrica. De Klerk si ritrovò così, suo malgrado, a cedere lo scettro di presidente proprio alla persona che per anni era stato il suo principale nemico, il pericolo pubblico numero uno della loro idea di potere. Ma tant’è… Così spesso va il mondo. Mandela divenuto presidente pensò soprattutto al bene del suo popolo. Tutto il popolo. Bianchi e neri. Presiedette infatti alla transizione dal vecchio regime alla democrazia e si guadagnò il rispetto del mondo per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale. Transizione che fu portata avanti tramite l’istituzione, da parte dello stesso Mandela, di un tribunale speciale, la cosiddetta Commissione per la Verità e la Riconciliazione.

Il 10 maggio 1994, lo stesso giorno quindi, in Italia divenne presidente del Consiglio uno degli uomini più discussi e divisivi della storia della Repubblica: Silvio Berlusconi. Un miliardario che grazie alle sue non limpide amicizie con il potere costituito e, in particolare, con i socialisti di Bettino Craxi era riuscito a costruire un impero mediatico e di consenso che non lesinò ad usare in modo massiccio in dispregio di ogni forma di correttezza politica pur di raggiungere il suo scopo di potere. Quel suo governo durò poco. Ma negli anni successivi la sua influenza e il suo ruolo (tra l’altro fu presidente del Consiglio per altre due volte) segnarono un’epoca che ha influenzato e tuttora influenza la politica italiana e che per molti – tra cui chi scrive- rappresenta il principale artefice dell’attuale disastro italiano.