DAILY LA DATA

13 maggio 1909
Primo Giro d’Italia

Il 13 maggio del 1909, partì il primo Giro d'Italia. Otto tappe, 17 giorni di durata, 2448 chilometri. Altri tempi

Il 13 maggio del 1909 partì la prima edizione del Giro ciclistico d’Italia, la corsa Rosa più famosa della storia sportiva del nostro ciclismo. Era di otto tappe e si svolse dal 13 al 30 maggio. Diciassette giorni per otto tappe significa che le condizioni delle strade, il tipo di biciclette, il problema degli alloggi furono le vere fatiche cui andarono incontro i ciclisti di allora.

Complessivamente gli atleti compirono 2448 chilometri. Vincitore fu Luigi Ganna un imprenditore nato nel 1883 a Induno Olona – scomparso nel ’57- che al tempo era un vero e proprio fenomeno dato che quello stesso anno vinse anche la Milano–Sanremo. Vi parteciparono 127 corridori divisi in sette squadre. Le italiane Bianchi, Stucchi, Atala, Rudge, Legnano e le francesi Peugeot e Alcyon. Dei 127 solo 49 arrivarono alla fine.

Prima tappa fu Rondò di Loreto (Milano) – Bologna. Per essere sicuri di arrivare in orari accettabili si partì alle tre del mattino. Ganna, nonostante fosse fortissimo, fu parecchio sfortunato. Entrò per primo nell’Ippodromo Zappoli di Bologna – che adesso non esiste più – ma cadde proprio nella curva d’ingresso e si dovette accontentare del quarto posto. Nella seconda tappa, con arrivo in salita a Chieti, sbagliò l’ultima curva e fu battuto da Giovanni Cuniolo. Nella terza – tappa appenninica da Chieti a Napoli – forò ben quattro volte, terminando undicesimo e perdendo 51 minuti da Giovanni Rossignoli che risultò il vincitore. Recuperò la testa della classifica vincendo la quarta tappa (Napoli – Roma). Si ripeté a Firenze in volata e a Torino giungendo solo al traguardo. Nell’ultima frazione, con l’arrivo a Milano, la vittoria finale se la giocarono in tre: Ganna, Galetti e Rossignoli. All’altezza di Borgomanero a 75 km dal traguardo Ganna forò e Galetti, Rossignoli, Oriani, Canepari, Beni e Luigi Azzolini lo attaccarono guadagnando 4 minuti. Ma un passaggio a livello chiuso a Rho, a 5 km dal traguardo, gli permise di recuperare. La tappa si concluse con la classica volata vinta dal romano Dario Beni, su Galetti e lo stesso Ganna che vinse però il giro con 25 punti. Ultimo risultò Giuseppe Perna. Del montepremi, che era di 25 mila lire, poco più di 5 mila andarono al vincitore.

Alcune curiosità: il giro era a punti. Se fosse stato basato sui tempi – com’è oggi – avrebbe vinto Rossignoli, secondo Galletti e terzo Ganna. Tutti i corridori furono fotografati alla partenza per evitare che con repentini e sospetti cambi di maglia sul traguardo – e rapidi passaggi di spiccioli – qualcuno barasse sull’identità. I giornalisti al seguito comunicavano mandando dispacci telegrafici che venivano esposti in pubblico con puntine da disegno in piazza Castello a Milano. Tal Camillo Carcano fu squalificato perché durante la tappa Roma – Firenze, quatto quatto salì sul treno, scese a Civita Castellana e a Pontassieve si riunì al gruppo. Ma fu beccato.

Ganna, intervistato all’arrivo a Milano, invece di dire il classico «Sono contento di essere arrivato uno», pare abbia dichiarato: «Me brüsa tanto el cü».

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