DAILY LA PAROLA

Augmentation

Uomini "augmentati" con parti meccaniche. Medicina, salute, recupero funzionale di parti del corpo ammalate o edonismo bionico spinto all'ennesima potenza?

Ha origine dalle lingue romanze e definisce l’aumento di qualcosa. In medicina esiste già l’impiego dell’inglese augmentation per indicare l’accelerazione di una reazione organica tramite somministrazione di un farmaco, ma nel lessico popolare corrente il termine viene impiegato quasi esclusivamente per indicare le tecnologie che possono sostituire organi umani o unirli ad applicazioni ulteriori; niente di inedito, ricordiamoci dei pacemaker.

Il concetto contemporaneo dietro alla parola non è quello di una semplice sostituzione, dell’applicazione di una protesi al corpo umano; l’augmentazione migliora la precedente funzione corporea sostituita, aumentandone le prestazioni o inserendo una nuova funzione.

Il regista Rob Spence, che si è installato una videocamera nell’occhio cavo, si è creato una memoria immaginifica ulteriore rispetto a quella del suo encefalo; chi non potrebbe un giorno scegliere di installarsi mani con un ciclo di falangi in più per suonare meglio il pianoforte, o addirittura un sistema vascolare artificiale o un più efficiente sistema escretore? La questione etica potrebbe sembrare ipocrita, visto che esiste già la prostetica e la migliore chirurgia, oltreché l’oculistica applicata e la sartoria.

Come si può affermare con certezza che un uomo riempito di pezzi in più è meno uomo, se la storia dell’umanità è basata, dalla selce al fucile, sull’aggiunta di strumenti? Forse, la questione è che i frutti della tecnica dei lunghi millenni che chi hanno preceduto, a parte le rare sostituzioni come gambe di legno e occhi di vetro, sono sempre dipesi dal controllo della mano e degli occhi, anche quando erano deficitari; non hanno mai influenzato o sostituito la mano stessa in modo veloce e decisivo. Se la stessa mano manipolatrice viene sostituita, se diventa un frutto della tecnica. Le profezie dei filosofi del ventesimo secolo raggiungerebbero un apogeo su cui si sono spinti esplicitamente solo gli scrittori di fantascienza.

La questione consiste nel fatto che con questo sistema la natura umana viene alterata più profondamente perché l’esperienza fenomenologica dell’umano augmentato risulterà differente, e ciò ri-solleva tutta la diatriba secolare sul sensismo, sul rapporto fra corpo e anima; che tipo di esperienza di vita avrà l’uomo augmentato? Come ciò lo distinguerà dagli altri uomini?

Un indicatore sinistro ma ben familiare che ci viene in soccorso è il disgusto, potente sentimento umano, che inevitabilmente colpisce la stragrande maggioranza delle persone nei confronti dello spettacolo dell’oggetto artificiale unito alla carne umana, nell’ambito della medicina prostetica.

Naturalmente, sensibilità e rispetto, insiti nelle maggiori culture, hanno mantenuto spesso il rispetto dell’invalidità, ma l’inconscio collettivo potrebbe reagire molto peggio alla vista di esseri umani con parti non umane montate addosso, soprattutto se consci che dietro tali modifiche non ci siano motivi medici o umanitari, ma edonistici o ancora più sinistri.