Settantatre anni fa Hermann Göring si avvelenò con il cianuro poche ore prima della sua esecuzione in quanto riconosciuto dal Tribunale di Norimberga come criminale di guerra. Era uno dei fondatori della Gestapo. Un vero fanatico. Uno dei più fidati collaboratori di Adolf Hitler. Fu pilota di aerei nella Prima Guerra Mondiale, per poi entrare quasi subito nel partito nazista diventando il principale luogotenente di Hitler. In questo ruolo accumulò un gran numero di titoli, cariche, riconoscimenti e ricchezze praticando un chiacchieratissimo stravagante e dissoluto stile di vita. Abilissimo politico, fu di fatto il creatore della Luftwaffe e della polizia segreta.
Nella Seconda Guerra Mondiale, pur mantenendo il titolo di “numero due” del regime, perse progressivamente potere e credibilità a causa soprattutto del suo comportamento morale, ma anche delle sconfitte della Luftwaffe che non fu in grado di impedire la distruzione delle città tedesche. Nel 1945 cercò di succedere a Hitler. Ma fu un fallimento. Intavolò allora trattative segrete con gli alleati, ma venne arrestato dalle SS. Nel frattempo – Hitler morto – fu rilasciato dalla polizia tedesca e si consegnò spontaneamente alle forze vincitrici. Ma gli andò male. A causa delle sue enormi responsabilità etiche e morali fu condannato a morte.