A soli 38 anni – era nato il 16 luglio 1967 – colpito fin dal 1995 dalla sclerosi laterale amiotrofica, la mattina del 20 febbraio 2006 muore, in seguito a una crisi respiratoria, Luca Coscioni nella sua casa di Orvieto.
Il suo corpo, come dalle sua volontà, fu cremato e le ceneri sparse di fronte all’Isola del Giglio, dove prima della malattia, navigava spesso con il suo catamarano giallo.
Laureato in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma, divide la sua vita tra l’attività universitaria e la politica. Eletto consigliere comunale a Orvieto, è costretto a dimettersi per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Queste, tuttavia, non gli impediscono di sposarsi nel 1999 con Maria Antonietta Farina. Malgrado la progressiva degenerazione dei muscoli e i crescenti problemi di movimento, nutrizione e parola, rimanendo intatte le capacità intellettive, decide di riprendere la vita pubblica e tornare alla politica. Si schiera con i Radicali, di cui è stato presidente tra il 2001 ed il 2006, condividendo le battaglie libertarie di Marco Pannella ed Emma Bonino. In particolare Luca Coscioni si batte per la libertà della ricerca scientifica e contro l’interferenza della Chiesa sugli argomenti eticamente rilevanti: procreazione assistita, frontiere della genetica, fine vita. La sua campagna trova un’ampia adesione nel mondo scientifico e in suo favore si schiera anche il premio Nobel per la letteratura José Saramago. L’associazione da lui fondata è uno dei capisaldi per il rispetto della decisione di decidere del proprio corpo, per il testamento biologico, l’eutanasia, il suicidio assistito.