DAILY LA DATA

23 dicembre 1966
Esce “Il buono, il brutto e il cattivo”

Il film "Il buono, il burro e il cattivo", di Sergio Leone, uscì nelle sale italiane il 23 dicembre 1966. Ancora celebrato come uno dei migliori western della storia del cinema, conclude la altrettanto celebre "Trilogia del dollaro"

Tra i più celebri “film di cow-boy” della storia del cinema, la pellicola di Sergio Leone Il buono, il brutto e il Cattivo, è considerato la quintessenza del fortunato genere spaghetti western. Uscito nelle sale italiane il 23 dicembre 1966, venne girato a completamento della Trilogia del dollaro, dopo il successo di Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più.

Il titolo rispecchia il pensiero di Leone, poiché nei tre protagonisti, ognuno per la propria parte autobiografico, coesistono bellezza e bruttezza, umanità e ferocia, attraversi i quali il regista, in una dichiarata denuncia della follia della guerra, demistifica la stessa storia degli Stati Uniti d’America, mostrandone il lato violento e brutale, appannato dalla tradizione mitizzante dell’epopea western.

Leone ripropone il cliché dell’uomo senza nome interpretato da Clint Eastwood, ma lo rende più ambiguo, a metà strada tra il cacciatore di taglie e il giustiziere. Affiancano Eastwood, nella parte dei protagonisti, Lee Van Cleef (anch’egli reduce da Per qualche dollaro in più) ed Eli Wallach, in una delle sue interpretazioni più riuscite. Il suo personaggio, Tuco, più approfondito degli altri nel suo vissuto e nella sua dimensione interiore, ha anche un lato umoristico caratterizzato magistralmente dal talento comico di Wallach.

La scena del cosiddetto “triello” (uno stallo alla messicana) nel finale del film è rimasta esemplare sia per la ripresa, sia per il montaggio, sia per l’uso sapiente della colonna sonora di Ennio Morricone, che la sottolinea in modo esclusivo, aggiungendovi tensione e potenza evocativa.

Il film all’inizio divise la critica, ma fu un enorme successo di pubblico. La sua popolarità perdura inalterata e l’ha reso ormai un classico citatissimo nel cinema, nella musica e nei fumetti. Utenti e lettori di siti e riviste specializzati, ma anche importanti cineasti come Quentin Tarantino, che allo stallo alla messicana si è spesso ispirato nei suoi film, lo considerano tra le migliori pellicole di tutti i tempi.