DAILY LA DATA

25 febbraio 1964
Cassius Clay campione mondiale dei pesi massimi

Alla Convention Hall di Miami Beach in Florida il 25 febbraio 1964 Sonny Liston e Cassius Clay – 31 anni il primo 22 il secondo, entrambi destrorsi e afroamericani, 218 libbre e 1,85 metri d’altezza contro 210 libbre e 1,91 d’altezza – salgono sul ring per contendersi il titolo di campione del mondo dei pesi massimi. Il primo deteneva il primato dal 1962. Inevitabile che il confronto tra i due pugili risultasse uno dei match più attesi, seguiti e controversi nella storia dello sport: è stato poi  piazzato al 4° posto nella classifica dei più grandi momenti di sport del XX secolo.

Liston era un pugile impressionante, in molti si erano rifiutati di incontrarlo: «Neanche per strada», dichiarò il manager di Henry Cooper. Aveva imparato la boxe in carcere nel Missouri, condannato per rapina a mano armata. Il suo manager, Frankie Carbo, era un killer della mafia.

In tv lo davano vincente fra il primo e il terzo round. Un commentatore disse: «Se fossi Cassius, prenderei un taxi e lascerei la città». «Il match terminerà negli spogliatoi», aggiunse l’attore Hal March.

«Lui mi spaventava, sapendo quanto forte colpisse. Ma non avevo alternative, dovevo uscire fuori e combattere», dichiarò anni dopo in un’intervista Cassius Clay.

Lui, invece, uno spavaldo giovanotto di 22 anni dalla parlantina sciolta che aveva vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 ed era stato ribattezzato “The Louisville Lip”, era dato per sfavorito malgrado la potenza dei suoi colpi, la velocità e i riflessi fulminei.

A rendere il match ancor più eccezionale la notizia, trapelata proprio nelle settimane prima dell’incontro, che Cassius Clay avesse aderito ai Black Muslims. Gli organizzatori ebbero dei ripensamenti e minacciarono di annullare l’incontro. Pur rifiutandosi, come gli venne chiesto, di disconoscere pubblicamente la Nation of Islam, Clay tenne un profilo basso e lo stesso Malcom X non si espose, e fu solo dopo il combattimento che si convertì alla fede islamica cambiando legalmente il suo nome in Muhammad Ali.

Saliti sul ring, Liston si avventò su Clay deciso a concludere l’incontro velocemente. Ma l’avversario mostrò subito gran velocità e molta mobilità, evitando colpi su colpi. Lo misurava, ci prendeva confidenza. A un certo punto fece partire una gragnuola di colpi. La folla esultò. Gong. Alla ripresa Liston mise Clay alle corde e gli sferrò un potente gancio sinistro. Clay si divincola e saltellando tiene testa. Nel terzo round, dopo circa 30 secondi, Clay colpì ripetutamente Liston ferendolo anche sotto l’occhio sinistro. Quarta ripresa. I due si battono, ognuno con le proprie migliori qualità: potenza da una parte, agilità e precisione dall’altra. Al termine Clay va al suo angolo e dice all’allenatore di non vederci quasi più da quanto gli bruciano gli occhi. Bisognava resistere e tenere duro. Suona di nuovo il gong, Clay punta tutto sulla sua velocità. Scansa colpi e quando può reagisce. Alla sesta ripresa Clay cominciò a tempestare di pugni l’avversario. Al termine Liston sputò il paradenti. C’è chi sostiene fu il segno di quanto fosse esausto a causa di un infortunio alla spalla provocato al primo round, chi invece che lo fece per protesta nei confronti dei collaboratori che chiesero la sospensione.

Quando infatti suonò il gong del settimo round, Clay andò al centro del ring con le braccia alzate in segno di vittoria mentre un telecronista urlava: «Apettate! Aspettate! Liston non sta uscendo!».

Cassius Clay fu dichiarato vincitore per KO tecnico, benché le valutazioni dei giudici di gara indicassero perfetta parità, a causa dell’abbandono dell’avversario. Era la prima volta dal 1919 che un titolo mondiale dei pesi massimi si assegnava per ritiro del campione.

«I’m the greatest!» (Sono il più grande!) gridò. Indiscutibilmente lo è stato.

Dopo il match vennero sollevati dei sospetti riguardo una possibile “combine” dell’incontro. È assai strano, anche perché Liston era dato vincitore 8 a 1 e se ci fosse stata una importante scommessa sul perdente, le probabilità sarebbero precipitate. Le indagini condotte in seguito dal procuratore distrettuale e da una commissione del senato degli Stati Uniti smentirono l’ipotesi.

I due si sarebbero incontrati una seconda volta nel maggio 1965, in un rematch vinto da Ali al primo round per KO.

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