DAILY LA DATA

27 maggio 1993
Strage di via dei Georgofili

L'attentato distrugge la Torre del Pulci, provoca gravi  danni alla Galleria degli Uffizi e ad altri monumenti, uccide cinque persone e ne ferisce 40

«Ucciso un giudice questi viene sostituito, ucciso un poliziotto avviene la stessa cosa, ma distrutta la torre di Pisa veniva distrutta una cosa insostituibile con incalcolabili danni per lo Stato». Parte da questo suggerimento di un trafficante d’arte alla cupola mafiosa la prima e più grave strage che, oltre a vittime umane, mira alla distruzione di grandi monumenti, simboli del nostro vivere sociale.

Così, all’una del mattino del 27 maggio 1993, un terribile ordigno viene fatto esplodere a Firenze in via dei Georgofili, distruggendo la Torre del Pulci, provocando gravi  danni alla Galleria degli Uffizi e ad altri monumenti della zona, uccidendo cinque persone e provocando il ferimento di altre 40.

Una strategia che venne replicata due mesi dopo a Milano con la bomba esplosa in via Palestro, al Padiglione di Arte Contemporanea, e con quelle che seguirono il giorno successivo a Roma ai danni della basilica di San Giovanni e della chiesa di San Giorgio al Velabro.

Dopo le stragi che avevano portato all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino, la mafia aveva dunque alzato ulteriormente il tiro. La strategia stragista di Cosa nostra aveva come obiettivo quello di ammorbidire lo Stato riguardo ai trattamenti riservati ai mafiosi detenuti. I responsabili della strage di via Georgofili verranno successivamente individuati, anche grazie alla collaborazione di alcuni pentiti, dalle cui testimonianze emerse anche l’inquietante avvio di una trattativa Stato-mafia.