Chissà se arrivato al traguardo degli 89 anni, Clint Eastwood, nato a San Francisco, in California, il 31 maggio 1930, può affermare di avere vissuto davvero la vita che voleva. Se si pensa alle tante donne che ha avuto accanto, ma i matrimoni sono stati solo due, agli otto figli, tutti presenti a festeggiarlo in occasione della première del suo ultimo film The mule, ai molti ruoli interpretati, alla carriera da regista, verrebbe voglia di scommettere di sì.
Amante delle armi, ha spesso appoggiato candidati repubblicani alle elezioni presidenziali americane, l’ultimo è stato Donald Trump.
Certo non è mai stato uomo da politically correct, si presenta come un ribelle nei confronti della formalità dei rapporti, non sopporta l’ipocrisia, il pregiudizio, inteso nel senso letterale del termine come “pre-giudizio”, condannare senza conoscere, non gli interessano le masse ma il singolo.
Dalle sue dichiarazioni alla stampa pare voglia apparire, o davvero si senta, vicino ad alcuni degli antieroi, duri e scontrosi, che ha interpretato al cinema, dallo straniero con la pistola veloce nella trilogia western di Sergio Leone all’Ispettore Challagan.
Vincitore di innumerevoli premi, fra cui l’Oscar come miglior regista nel 1993 per Gli spietati e nel 2005 per Million Dollar Baby, Clint Eastwood vuole comunque rimanere fedele alla sua maschera di disincantato cinico, affermando: «I film sono arte ma anche l’idraulica lo è».