85 morti e 200 feriti è il bilancio della strage di Bologna, avvenuta 39 anni fa, il 2 agosto 1980. Una tragedia rimasta per anni un mistero con i mandanti che non sono mai stati identificati. La sentenza definitiva è giunta solamente nel 1995, quando la Cassazione ha condannato all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti. L’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, sono stati condannati per il depistaggio delle indagini. Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna ha emesso una nuova condanna per la stessa motivazione e, nel 2007, è arrivata anche la condanna definitiva in Cassazione per Luigi Ciavardini, esponente dei NAR. Eppure la verità su ciò che accadde quel 2 agosto del 1980 sembra essere lontana, mentre sono ancora in corso i processi e nuove piste spuntano continuamente. L’ultima, il ritrovamento dell‘interruttore che avrebbe innescato la bomba fra le macerie dell’esplosione conservate ai prati di Caprara durante il processo in corso a Gilberto Cavallini imputato di concorso con gli autori della strage. E qualche nuovo pezzo di verità sui fiancheggiatori (almeno una ventina presenti in stazione a Bologna quel 2 agosto, secondo il presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime Paolo Bolognesi), sui depistatori e sui mandanti potrebbe arrivare dall’analisi e dalla comparazione di foto e immagini, talora inedite, che si sta facendo a margine di questo processo. Dopo 39 anni ci sono ancora molte pagine da scrivere sul più grave attentato del dopoguerra.
La strage di Bologna resta «l’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia», come la definì l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, e uno degli eventi più oscuri e terribili del Novecento italiano, l’attentato che ha provocato il maggior numero di vittime.
Per ricordarle e per «ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta», si legge nello statuto, i loro familiari hanno dato vita all’Associazione 2 agosto 1980, che si è costituita il primo giugno 1981.
Qui, i nomi, le foto e l’età di ciascuna delle vittime.