DAILY LA PAROLA

Aspirina

A qualcuno piace pensare che il suo nome derivi dalla tradizione napoletana, per l’assonanza con il santo Aspreno. In realtà, come avviene per tutti i farmaci, è formato partendo dal principio attivo: «Acetylspirinsäure, acido acetilsalicilico – scrive la Treccani – per significare che questo prodotto è ottenuto per acetilazione dell’acido salicilico, che si trova, oltre che nella corteccia del salice, nei fiori dell’olmaria (Spiraea ulmaria), ma può essere anche preparato per sintesi». Quindi il prefisso a- per il gruppo acetile, cui si aggiunge spir- dalla Spiraea, il suffisso -in, usato generalmente per i farmaci, all’epoca in cui l’Aspirina (è di lei che stiamo parlando) venne sintetizzata dal chimico della Bayer, Felix Hoffman.

Era 1897 e il giovane ricercatore aveva iniziato a studiare un farmaco efficace e tollerabile, per alleviare i dolori reumatici del padre, arrivando così a sintetizzare l’acido acetilsalicilico in forma chimicamente pura e stabile. I risultati della sperimentazione avviata subito dopo la scoperta, furono così entusiasmanti che la Bayer mise subito in produzione il farmaco, contestualmente alla registrazione di “Aspirina” nella lista dei marchi di fabbrica dell’Ufficio Imperiale dei Brevetti di Berlino.

La pastiglia più venduta e usata del XX secolo, ha quindi appena compiuto 120 anni e continua a mantenere inalterata la verve della gioventù, poiché ne vengono consumate circa 40 mila tonnellate all’anno e fa parte dei farmaci considerati indispensabili dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Antireumatico, antipiretico, analgesico, è panacea per molti mali, tanto da far nascere un’aura leggendaria intorno al nome: si racconta, infatti, che prima della diffusione dell’Aspirina, i napoletani afflitti da mal di testa usavano andare nella chiesa di Sant’Aspreno (uno dei protettori della città) nei pressi di piazza della Borsa, e inserire la testa, opportunamente rasata, in una teca che conteneva le reliquie del santo. E si racconta anche che l’allora amministratore delegato della Bayer, in visita a Napoli, sentita questa storia decise di chiamare il farmaco appena brevettato (il primo febbraio 1899) Aspirina, da Aspreno, appunto.

Tra le varie curiosità sulla celebre pastiglietta bianca, ce n’è anche una “spaziale”. Il direttore sanitario della NASA fece inserire l’Aspirina nell’armadietto dei medicinali di primo soccorso dell’Apollo XI, che avrebbe portato di lì a poco Neil Armstrong sulla luna, suscitando il commento della direzione della Bayer: «Non ci sono dubbi che l’Aspirina verrà utilizzata per sempre come rimedio universale».