Esistono anche lo gnomone e altri gnomi nell’architettura, ma gnomo è una di quelle parole di origine esotica dalle sfaccettature più disparate.
Fu Paracelso a definire il termine nel suo trattato Ex Libro de Nymphis, Sylvanis, Pygmaeis, Salamandris et Gigantibus , riallacciandosi a una versione greca del termine latino genomos.
L’alchimista e medico si stava riferendo a una casistica di piccoli omini ombrosi che si nascondevano sotto piante e funghi nella boscaglia per sfuggire agli umani curiosi, custodi di informazioni segrete, affini alla dimensione sotterranea e custodi di saperi nascosti, di cui esiste una vastissima casistica non solo nelle culture europee ma in tutto il mondo.
Il termine gnomo ricompare nella letteratura del Settecento e poi in quella romantica per definire di volta in volta tutta una serie di creaturine recuperate dalle tradizioni e dalle fiabe popolari; non esiste davvero uno gnomo, ancora di meno di quanto non esistano il vampiro o l’elfo, ma esistono invece innumerevoli usi di questo termine per indicare versioni ingentilite e filantrope di tanti altri spiritelli che abitano nei subconsci dei popoli europei, quali coboldi, berretti rossi, puk, leprecauni e compagnia bella, e che scrittori e intellettuali hanno descritto inappropriatamente come gnomi nei loro lavori.
La codificazione precisa dell’aspetto dello gnomo avviene a metà del XX secolo con la diffusione dei pacchiani gnomi da giardino di origine anglosassone: questi stucchevoli omini sono modellati come copie da quattro soldi dei nani del celeberrimo capolavoro Biancaneve i sette nani, a loro volta riedizione fantasiosa dei nibelunghi, e la loro diffusione ha consolidato nell’immaginario collettivo l’aspetto dello gnomo come omino arboricolo con vestiti da contadino, berretto e la barba, appunto originaria dei nibelunghi; un perfetto percorso di contraffazione mitologica ha finito per generare una contraffazione commerciale, la quale ha poi sancito un archetipo ottimo per essere venduto come decorazione da giardino, soprammobile e balocco.
I veri folletti e i veri elfi, il “piccolo popolo”, sono un campo di studi molto più alto e molto complesso, e meno commercialmente rassicurante.