ARCHIVIO AGENDA

In mostra a Firenzuola i quadri di Boliwar Miranda

Nella villa Val verde, in località La posta 176 a Montalbano nel comune di Firenzuola in provincia di Firenze, dalle 15.30 fino alle 18 e tutti gli altri giorni dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 18.00, con ingresso gratuito, si tiene la mostra dei quadri di Boliwar Miranda, l’artista indiano di cui TESSERE ha pubblicato il catalogo delle principali opere nel volume La mia arte è bella quando è brutta. L’energia della creatività in 50 quadri dipinti insieme alla sofferenza (2018, p. 64, € 20,00), con introduzione di Gilberto Briani, psicoterapeuta allievo di Alexander Lowen e studioso di medicina vibrazionale, e postfazione di Catia Taroni, direttrice sanitaria della struttura.

Il volume raccoglie un’esigua selezione delle molte opere di un particolarissimo artista: nato a Bombay, Miranda è venuto nel 1986 in Italia a studiare moda dopo aver imparato a suonare il flauto, passione che l’ha portato a collaborare con numerosi musicisti, tra cui Maurizio Dami e Ettore  Bonafè con cui ha dato vita al gruppo “Beautifull meditation”, e a suonare in diversi importanti teatri italiani.

Affetto da poliomielite fin dall’infanzia, l’artista – che rifiuta di chiamarsi così, dando spiegazioni di una grande umanità – ha scoperto in Italia a soli 36 anni di dover fare i conti anche con il morbo di Parkinson.

Preso in carico dalle strutture sanitarie pubbliche, Boliwar Miranda vive dal 2010 in una residenza sanitaria assistenziale sull’appennino tosco emiliano, una struttura che ospita anziani non autosufficienti e creature con gravi disturbi. È lì che, costretto in carrozzina con gravissime difficoltà motorie, ha iniziato a dipingere scoprendo proprio nell’arte il miglior rimedio per poter affrontare la propria malattia.

I suoi quadri, realizzati con varie tecniche e su diversi supporti, sono frutto di un istinto non contaminato da alcuna istruzione al mestiere pittorico. I colori delle sue tele e i personaggi raffigurati – in molti casi proprio i pazienti della struttura, ma anche paesaggi intravisti dalle finestre dell’hospice o rimasti incollati alla memoria dai primi anni trascorsi in India – rivelano l’energia vitale che anima l’artista, tanto il suo dolore quanto la sua gioia, la sofferenza da un lato e la speranza dall’altro.