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Questo è un uomo



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Biografia appassionata di Primo Levi

di Daniele Pugliese

introduzione di Massimo Giuliani
con un ricordo di Andrea Liberatori

 

Pagine: 144
Anno di Pubblicazione: 2017

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Descrizione

La biografia, nel trentennale della morte, del mancato «Premio nobel per la letteratura» scritta da una persona che ha amato Primo Levi, amando chi l’ha amato e gliel’ha fatto amare: perciò è «appassionata». L’autore ha ripercorso la vita, i libri, gli scritti, le testimonianze, il pensiero di chi – chiedendosi Se questo è un uomo, e ponendo a tutti questo interrogativo, rispetto all’orrore di Auschwitz e ai piccoli o grandi orrori quotidiani – ha rivelato di essere un uomo: sì, questo, Primo Levi, è un uomo. Un uomo e un chimico, un curioso e un testimone, un filosofo e un centauro, un poeta e uno psicagogo, ma soprattutto uno scrittore, uno scrittore di razza, con il mestiere nel sangue. Non a caso è fra i pochissimi italiani tradotti in più di 40 lingue e, interamente, in inglese (eccezion fatta per La ricerca delle radici).

Il terzo libro della casa editrice TESSERE è aperto da una introduzione di Massimo Giuliani – docente di Filosofia ebraica all’Università di Trento e per l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, che ha tenuto corsi su Primo Levi in America e in Israele – che nota come lo scrittore torinese sia «divenuto suo malgrado un Virgilio dantesco» del cui pensiero e della cui scrittura «abbiamo ancora bisogno, anzi abbiamo nostalgia».

In dodici condensati capitoli Questo è un uomo non solo testimonia il valore del pensiero e della narrativa del prigioniero 174517 nel Lager di Auschwitz, ma anche il debito personale dell’autore nei confronti di un maestro: a partire da Sempre più verso Occidente, pubblicato nel 2009, che da un racconto di Levi e da una corrispondenza privata tra i due prende le mosse.

Un gioco di specchi, o un castello di destini incrociati, di «sliding doors» che si aprono e si chiudono per poi riaprirsi, nel quale le emozioni e le sofferenze dell’uno si proiettano in quelle dell’altro, ma con la lucidità di rammentare che siamo, dobbiamo cercare di essere, dobbiamo accettare di essere «più cose ad un tempo»: insomma dei centauri.

Conclude il volume un breve, ma altrettanto appassionato, ricordo di Andrea Liberatori, a lungo caporedattore de “l’Unità” di Torino, uno degli ultimi giornalisti che hanno intervistato Primo Levi e a cui è toccato di scrivere da cronista quel giorno in cui si tolse la vita.


CARRELLO

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