Nel vocabolario leggiamo che la parola radice, dal latino radix, radicis, indica «l’apparato sotterraneo di una pianta superiore, che ha la funzione di sostenerla e di alimentarla»; in senso figurato “mettere radici” sta a significare “l’attecchire di idee, sentimenti ecc.”, oppure “mettere su casa”, “fermarsi stabilmente”.
Pensiamo pure a tutte le parole del nostro vocabolario, la radice è importante, sta ad indicare la parte «non soggetta a variazione, che contiene il significato fondamentale». Il plurale radici ha poi un profondo significato anche in riferimento alla storia familiare di ciascuno di noi; in senso più ampio, siamo soliti citare le radici culturali, identitarie di uno Stato, di un popolo; ad esempio, diciamo che la Repubblica italiana ha le sue radici nella Resistenza e nella Costituzione emanata nel 1948. Persino in matematica ritroviamo la radice; attingendo a lontani ricordi scolastici, mi turbinano nella mente, alla rinfusa, radici quadrate e cubiche, calcoli dell’ipotenusa e risultati di equazioni.
Dunque, le radici sono importanti: una pianta senza radici muore; nello studio della storia, della linguistica, della fonetica, della matematica, ci imbattiamo nelle ingombranti radici. Ugualmente, sappiamo bene che non sempre rimanere ancorati alle radici è positivo, che non tutte le radici e quindi non tutti gli alberi danno buoni frutti. I religiosi ci ricordano le radici del bene, ma allo stesso tempo quelle del male, mentre aprendo i libri di storia ugualmente troviamo innumerevoli esempi di come l’attaccamento alle proprie “radici” possa originare mostruosi regimi dittatoriali, razzismo, innalzamento di muri e respingimenti oltre frontiera.
La soluzione? Forse quella esemplificata dalle due citazioni che trovate di seguito.
«Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove».
Pino Cacucci, da Un po’ per amore, un po’ per rabbia, Feltrinelli 2008
«Vi sono due cose durevoli che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali».
Proverbio cinese