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Seduzione

La seduzione, un’arma micidiale, nel bene e nel male. Ecco come è stata e continuerà ad essere in ogni epoca

Dal latino seductio – seductionis, che a sua volta deriva a se-ducere, “condurre via”, la parola seduzione ha un duplice significato: uno a valenza negativa, inteso come capacità di indurre qualcuno a fare qualcosa che normalmente non farebbe; l’altro a valenza positiva, ovvero la capacità di attirare una persona per instaurare una relazione sentimentale o sessuale. Nel linguaggio comune è sicuramente usata nella sua valenza positiva e coerentemente con la sua etimologia, si può considerarne sinonimo la parola affascinare.

La seduzione è una creazione di apparenze e di illusioni, per sua natura ambigua. È un sistema di segnali in funzione della conquista dell’altro. Non appartiene necessariamente alla sfera dell’amore e si riscontra sia in campo femminile che maschile. Ovviamente con modalità espressive diverse.

La duplice natura della seduzione trova espressione in molti esempi tratti dalla letteratura, dalla mitologia, dal cinema. Don Giovanni e Casanova, ad esempio, sono il prototipo dei seduttori seriali di oggi, interessati più al numero che al valore delle loro conquiste. Analogamente, nel mondo femminile, non si contano le maghe Circe, animate da secondi fini, quali la ricchezza o il potere e disposte a tutto pur di raggiungerli.

La vera possibilità di instaurare relazioni costruttive e gratificanti sta nell’affinare le armi della “seduzione buona”, quella che oltre a valorizzare l’aspetto esteriore, tende sopratutto a coltivare la capacità di ascolto e di condivisione. Solo così si potrà diventare persone più aperte, più sicure di sé e più piacenti, ai propri occhi e a quelli degli altri, e quindi non “seduttive” ma autenticamente “seducenti”. Persone che attraggono gli altri per la serenità e l’ottimismo che sanno diffondere intorno a sé, a dispetto delle innumerevoli dark ladies e dei belli e dannati esibiti dalla pubblicità.

Dalla terribile Salomè, che danzava la vita pretendendo la morte, a Sofia Loren che nel film Ieri, oggi, domani seduce Marcello Mastroianni in allegria, semplicemente togliendosi una calza, la seduzione può assumere le sfumature più diverse. Può diventare un gioco di conquista, vitale e positivo, ma anche il suo contrario, una truffa dagli esiti nefasti.
Avere talento nella seduzione significa usare in modo appropriato una scheggia di follia: la creatività, che non ha a che fare con la disinibizione, ma piuttosto con un’intelligenza fertile di idee, mai paralizzante. Dipende dalle energie che ciascuno ha dentro, dal carisma della persona.

L’intelligenza seduttiva valorizza l’attesa, che lascia immaginare il piacere del desiderio piuttosto che dell’azione. È quello che scrive Saint-Exupéry nel Piccolo Principe. «Bisogna essere molto pazienti – dice ad un certo punto la volpe – tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino….»

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