DAILY LA PAROLA

Trasecolare

Capita di trasecolare con le grandi sofferenze, le grandi gioie e i grandi stupori, o quando il flusso delle emozioni sembra tale da non poter essere nemmeno controllato
Gustave Courbet, “Il disperato”
autoritratto, 1844

Ci sono momenti nella vita in cui si provano sensazioni così forti da sentirsi quasi fuori da se stessi. Capita con le grandi sofferenze, le grandi gioie e i grandi stupori. Capita quando il flusso delle emozioni sembra tale da non poter essere nemmeno controllato. Come quello che è avvenuto allo scrittore francese Stendhal quando, fuori dalla chiesa di Santa Croce a Firenze, venne colto da capogiri, vertigini e tachicardia, incapace di controllare la bellezza senza tempo di cui si era riempito gli occhi.

Capita, così, di trasecolare, di uscire da stessi per poco tempo e di viaggiare nel flusso continuo dei sentimenti e delle emozioni. L’origine della parola sembra provenire da secolo, che nell’uso desueto indica il mondo terreno: dunque, tra-secolo e esco dal mondo dal terreno per arrivare in un’altra sfera dove non si ha pieno possesso di sé. Sono quelli i momenti in cui si è stupiti per la troppa meraviglia, quei momenti in cui il corpo terreno non sembra in grado di contenerci e c’è bisogno di raggiungere un’altra dimensione dove dare libero sfogo alle proprie emozioni.

È una parola, trasecolare, che riesce bene a rendere il suo significato: dà proprio la sensazione dall’uscita da qualcosa, da un mondo terreno che ci tiene prigionieri e non dà la possibilità di lasciarsi andare alla meraviglia. Trasecolare racchiude in sé tutto lo sgomento che si prova in certe situazioni, tutta la potenza delle emozioni e tutto il desiderio di abbandonare, almeno per un momento, la propria attuale casa terrestre. E per quanto spesso si tenda a dare a queste situazioni un’accezione positiva, le emozioni possono anche essere negative e farci trasecolare, per la paura, per lo spavento, per l’angoscia. «Trasecolò come spaventato da un’improvvisa apparizione», ha scritto, ad esempio, Grazia Deledda. Trasecolare e spostarsi in un nuovo mondo, per poi tornare in sé e essere in grado di rielaborare l’esperienza vissuta.

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