ATTUALITÀ STORIE

Tre anni di guerra risparmiati ascoltando

Fritz Lustig

Le vite degli altri

Le vite degli altri. Come nell’omonimo film di Von Donnersmarck, interi lunghi anni passati da Fritz Lustig, “secret listener” al servizio di Sua Maestà durante la Seconda Guerra mondiale, ad ascoltare le conversazioni dei prigionieri nazisti di alto rango detenuti, anzi meglio dire ospitati, in ville di lusso oltre Manica. Ma – a differenza del protagonista del film, ovvero l’agente della Stasi incaricato di spiare la vita dei cittadini della DDR – Lustig aveva il compito di intercettare dettagli che permettessero di conoscere la strategia del Fuhrer e anticiparne le mosse. Come Alan Turing e la sua macchina, che fu capace di decifrare il programma di criptazione dei tedeschi “Enigma”.

Un piccolo manipolo di persone, poco più di un centinaio, tra i listeners e la squadra di talentuosi matematici che collaborava con Turing, reclutate da Churchill in gran segreto. Si dice che la macchina di Turing abbia permesso di accorciare di quattro anni la fine della Seconda guerra mondiale, salvando milioni di vite umane. La stessa cosa vale per il lavoro dei secret listeners, di cui si è scoperta l’esistenza solo molto tempo dopo la fine del conflitto.

Fritz Lustig

Fritz Lustig è morto nelle scorse settimane a 98 anni, nella sua casa di Londra. Era l’ultimo degli “ascoltatori segreti” cui era stato affidato un compito «più importante che sparare con la pistola o guidare un carrarmato», aveva detto loro il colonnello Thomas Kendrick, ufficiale del Military Intelligence, Sezione 6, l’agenzia di spionaggio per l’estero, meglio conosciuta come “MI6”.

Era nato a Berlino il 31 marzo del 1919, di fede protestante, quindi non ritenuto ariano e potenzialmente oggetto di persecuzione. Avendo ben chiaro quale potesse essere il proprio destino, la famiglia Lustig lasciò la Germania: i genitori si rifugiarono in Portogallo, il fratello Ted negli Stati Uniti, mentre Fritz, nel 1939, scappò in Inghilterra dove chiese asilo politico e si arruolò nei Royal Pioneer, un corpo dell’esercito inglese con compiti di ingegneria leggera. Fu la sua conoscenza del tedesco e la sua storia familiare, simile a quella degli altri secret listeners, ad aprirgli le porte dello spionaggio.

Alan Turing

Churchill, infatti, “ospitava” appositamente gli alti ufficiali tedeschi, prigionieri degli Alleati, in ville di lusso, dove lasciava che vivessero in mezzo agli agi, giocando a golf, serviti da un esercito di maggiordomi e camerieri. Era naturale che si rilassassero e che parlassero liberamente tra loro, senza sapere che quelle stesse ville, in particolare Wilton Park, Latimer House e Trent Park, fossero state interamente cablate con una rete di microspie ovunque, costate mesi di lavoro e un budget milionario.

Sotto di loro, dal 1942 al 1945, i secret listeners ascoltavano e registravano ogni minimo respiro. Nascosti vicino a ognuna delle tre ville, nelle stanze sotterranee dette “M Room”, ovvero le stanze microfonate, avviavano il grammofono e registravano su vinile ogni volta che i “prigionieri” cominciavano a parlare di argomenti sensibili.

Dalle orecchie di Lustig e compagni passavano informazioni puntualmente riferite all’Intelligence alleata che permisero di scoprire l’esistenza del temibile V2, il Vergeltungswaffe 2, precursore dei missili balistici voluto da Goebbels, individuarlo e neutralizzarlo nel ’43, bombardando Peenemünde, sulla costa nord della Germania, dove era tenuto nascosto pronto per essere lanciato sull’Inghilterra.

Enigma

Insieme a questa indicazione gli Alleati seppero dagli “ascoltatori” anche quali fossero le strategie dei sottomarini, le tecnologie belliche usate, i sistemi radio di comunicazione. Unite alla decriptazione dei messaggi con gli ordini inviati ogni mattina dallo stato maggiore nazista alle truppe sparse per l’Europa, grazie alla macchina di Turing, queste informazioni consentirono di ribaltare l’esito della guerra. Le intercettazioni confermarono anche che esistevano i campi di concentramento, dove milioni di ebrei avevano già trovato la morte.

«Il nostro lavoro era così top secret – ha raccontato alcuni anni fa Lustig al “Guardian” – che non sapevamo neppure se aveva un qualche effetto o no sull’esito della guerra, perché non abbiamo mai avuto nessun feedback. Ora che i documenti sono stati desecretati è possibile capire che il nostro lavoro ha giocato un ruolo cruciale nella guerra segreta».

Talmente segreta che quest’uomo ha taciuto di essere stato un secret listener per oltre 50 anni, rivelandolo solo due decenni fa ai figli Robin e Stephen. L’unica persona che sapeva della sua attività era la moglie Susan, sposata nel 45 e lei stessa parte del gruppo di ascoltatori.

Di molti si è persa ogni traccia, la loro storia, come quella di Alan Turing è rimasta nascosta, nessuno ha ricevuto onorificenze ufficiali. Al momento dell’ingaggio avevano dovuto firmare un accordo di segretezza che li impegnava a non rivelare a nessuno quale fosse o fosse stato il loro compito. Solo nel 1999, le oltre 100.000 registrazioni trascritte sono stare rese pubbliche, insieme alla storia di come fossero state ottenute, sciogliendo l’obbligo del silenzio.

Oggi sono conservate nei National Archives britannici. Quella dei listeners, come Lustig ha detto, «è stata una guerra ingiustamente facile, se confrontata con quanti rifugiati si sono arruolati e sono morti al fronte», ma l’abnegazione con cui questi uomini hanno lavorato giorno e notte per tre lunghi anni ha risparmiato all’Europa e al mondo intero ulteriori anni di violenza, distruzione e morte.

Tags