DAILY LA PAROLA

Umanità

Si fa presto a dire umanità: composta di quark up, i quark down e di elettroni, tenuta assieme dai gluconi, l’intera specie umana nell'Universo non raggiunge il mezzo chilometro cubo
La vignetta di Franzaroli – Il Fatto Quotidiano

Shakespeare, nella Tempesta, dice che siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni. Bellissima immagine mutuata probabilmente da quella della tradizione Induista là dove afferma che l’Universo non è altro che il sogno di Shiva proiettato sul velo della Dea danzante. La Bibbia – meno mistica e più prosaica – liquida la questione con un “Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio”, mentre altri filosofi e pensatori su questa idea dell’apparenza e dell’invisibile hanno scritto decine di libri. Interpretazioni? Visioni? Oppure sono solo giochi letterari?

Il problema è sul “Chi siamo”. Sul mistero del nostro sorgere. Sul perché siamo spuntati dopo miliardi e miliardi di anni luce. Stando ai fatti sappiamo che siamo composti di tre cose: i quark up, i quark down e gli elettroni. Qualsiasi oggetto che cade nel nostro campo visivo o che ci casca in testa (una tazza di tea, una randellata della polizia, lo schiaffone della mamma o gli occhi blu della nostra amata o amato) è una combinazione di queste tre particelle. L’umanità, insomma. è un incredibile e complicatissimo incastro di quark che moltiplicato per 7,6 miliardi (la popolazione mondiale presunta a tutt’oggi) ci dà la cifra della nostra presenza nell’Universo.

Sette miliardi e mezzo sono tanti. Vero. Eppure occupiamo pochissimo spazio nel gioco creato dal Big Bang. Avendo noi la stessa densità dell’acqua e una massa media di 62 kg a persona, il nostro ingombro tra le galassie è pari a un volume di 0,47 km cubi. Cioè una sfera di 482 m di raggio. L’intera specie umana, compresi i grandi uomini, gli assassini, i santi, i navigatori e i marinai e quella bella fetta di imbecilli che credono nel cosiddetto sovranismo, nonostante la loro vita agitata non raggiungono il mezzo chilometro cubo.

La cosa è sorprendente, ma se pensiamo che il volume di quella sfera è praticamente vuoto, lo è ancora di più. Prendiamo ad esempio un atomo di idrogeno (che è la sostanza più presente nell’Universo). Come sappiamo è fatto di un protone e un elettrone. Se quel protone fosse grande come un bottone, l’elettrone si troverebbe più o meno a 100 metri di distanza da lui. Cento metri di niente. E la nostra sfera, se togliamo questo vuoto, si ridurrebbe alle dimensioni di una misera pallina da ping – pong. Insomma io, voi che state leggendo, chiunque incontriate oggi per strada, pure il vostro gatto, per il 99,9999999999% è vuoto. Il resto invece sono quark up, quark down e elettroni.

In questa strampalata contabilità occorrerebbe infilare anche i gluoni, una scoperta abbastanza recente dell’invisibile. Il loro ruolo… mettiamolo così, è di tenerci insieme, di non farci sparpagliare nello spazio. Per capirci meglio: quando saliamo su una bilancia, i nuclei dei nostri atomi fatti di quark up e down sono tenuti insieme da una forza che si chiama interazione nucleare forte (una delle quattro fondamentali della fisica: oltre questa va aggiunta la nucleare debole, l’elettromagnetica e la gravità), forza che costringe i nostri quark a scambiarsi continuamente gluoni. Ma la massa di questi quark è solo l’1% della massa dei nuclei atomici. Il restante 99% non è massa, è Energia. È l’energia del campo dei gluoni, che si traduce in massa grazie alla famosa formula di Einstein (E=mc quadrato). Insomma se abbiamo messo su qualche chilo grazie al pranzo di Natale non prendiamocela con la tavola, ma con l’energia che lega i nostri nuclei atomici.

Per concludere: il nostro corpo è quasi interamente fatto di vuoto, di vuoto e di energia di campo dei gluoni. Questo ci fa dire che quando abbracciamo un nostro caro o una nostra fidanzata pur sentendo il suo corpo in verità le nostre particelle non stanno toccando le sue: la reciproca forza di repulsione tra i nostri elettroni ne impedisce il contatto. Quando abbracciamo una ragazza/o stiamo in realtà sentendo i nostri reciproci elettroni che si respingono.

Questa è l’Umanità, bellezza, tutta l’Umanità. Compresi i Grandi della Terra e i piccoli delle discariche del Kenia. I Palloni Gonfiati (ce ne sono parecchi in questi tempi bui, soprattutto in Italia) e gli imbecilli che vivono nel vuoto pneumatico delle loro idee per cui si sentono superiori per avere ereditato la pelle bianca. A loro, a ‘sti ignoranti, bisognerebbe spiegare queste tre semplici cose: che siamo fatti di quark up, quark down ed elettroni. Che siamo tutti dentro ad un unico, inimmaginabile processo universale. Lo capirebbero? Mah! Meglio rifugiarsi nel silenzio, allora, nel silenzio sdegnoso e sdegnato della nostra Umanità.

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