DAILY LA DATA

11 maggio 1916
Scoperta della relatività

Albert Einstein pubblica il suo fondamentale articolo "Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie" che sancisce l’inizio dell’epoca della Relatività generale

Oggi si ricorda che ben 103 anni fa il mondo uscì ufficialmente dalla cortina di buio e ignoranza nel quale aveva vissuto fin dalla sua nascita per entrare nel lucido campo della conoscenza e della consapevolezza. Fu infatti l’11 maggio del 1916 che Albert Einstein pubblicò il suo fondamentale articolo Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie che sancì l’inizio dell’epoca della Relatività generale. In esso, diversamente da un altro importante articolo del 1905 detto della Relatività ristretta, il grande scienziato tedesco affrontò il tema della forza di gravità nello spazio introducendo l’idea che essa non agisse secondo i classici riferimenti newtoniani – che a quel tempo erano considerati principi basilari della fisica conosciuta – ma come un’azione complessa che vedeva nel ruolo della curvatura spazio-tempo il campo in cui agivano forze quali la massa dei corpi celesti e l’energia. Come disse lui stesso, fu un lavoro complesso, il più difficile della sua carriera, soprattutto per le difficoltà matematiche riscontrate nel far convergere concetti di geometria euclidea in uno spazio-tempo curvo.

L’articolo produsse un gran rumore nel mondo scientifico. Molti si dissero perplessi per non dire apertamente ostili, ma nel 1919 lo scienziato inglese Arthur Eddington organizzò una spedizione in occasione di un’eclissi di sole totale nell’isola di Principe in Africa per verificare se fosse evidente o meno una delle conseguenza previste dalla teoria. Vale a dire la flessione dei raggi luminosi di una stella – che formalmente era dietro al Sole e dunque invisibile – in presenza del forte campo gravitazionale generato dal nostro astro. Fu la prima volta che si dimostrò la curvatura dello spazio- tempo. Nella fattispecie che i fotoni in questione, pur avendo in teoria un moto rettilineo (quindi invisibili perché coperti dal Sole) in realtà subivano una curvatura e dunque si vedevano. L’altra grande dimostrazione della validità della teoria einsteiniana è recentissima. Quando cioè, meno di un mese fa, si è fotografato finalmente un buco nero, quello della galassia  Messier 87 che per un giorno – per la forza dell’avvenimento – ha giustamente occupato le prime pagine di tutti i giornali nel mondo.