All’uscita nelle sale, in tredici città degli Stati Uniti – il 13 novembre 1940 – fu un autentico flop, di pubblico e di critica. Eppure Fantasia era destinato – con la fine della seconda guerra mondiale e l’apertura dei mercati europei – a diventare un grande classico della Disney: ad oggi, ha incassato 76 milioni di dollari di entrate nazionali, il ventiduesimo maggior profitto cinematografico di tutti i tempi negli Stati Uniti (al netto dell’inflazione).
L’idea di Disney era ritenuta inizialmente fallimentare (come quella di dedicare un lungometraggio a Biancaneve e i sette nani), ma il tempo gli avrebbe dato ragione, nonostante l’avvio farraginoso dell’impresa. Gli era venuto il desiderio – mentre completava una breve animazione con Topolino apprendista stregone – d’inserire il corto in una pellicola di respiro più ampio, con altri segmenti impostati su brani classici: «Non ne so nulla, di musica – commentò divertito – magari imparo qualcosa anch’io». Il topo detective, del resto, aveva bisogno di un ritorno di popolarità.
Da un incontro fortuito con Leopold Stokowski, direttore dell’Orchestra di Philadelphia, a cui Walt raccontò il suo progetto (ancora abbastanza confuso), nacque un’insperata e proficua collaborazione. Stokowski decise di lavorare gratis al film, scegliendo con lo staff Disney brani di musica classica che si potessero animare con storie convincenti e offrendosi di dirigere la propria orchestra nelle registrazioni. Un Master of Ceremonies, il critico musicale Deems Taylor, venne ingaggiato per introdurre i singoli pezzi. Fu così che Fantasia (inizialmente chiamato The Concert Feature) assunse un po’ alla volta la struttura che oggi si conosce: la Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach, con riprese live action dell’orchestra che si dissolvono in moduli astratti; Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ic Cajkovskij, con tutte le sue danze, dai funghetti ai pesci alle fate; L’apprendista stregone di Paul Dukas, con uno straordinario Topolino combinaguai (a cui i disegnatori aggiunsero – per la prima volta – le pupille); La sagra della primavera di Igor Stravinsky, in cui si raccontano le origini del pianeta Terra; un gustoso Intervallo Incontra la Colonna Sonora, con la visualizzazione animata dello spartito. Poi, il film prevede la Sinfonia n.6 Pastorale di Ludwig Van Beethoven, adattata al mondo dell’Antica Grecia; una versione comica della Danza delle ore di Amilcare Ponchielli con struzzi, ippopotami, elefantesse e alligatori; per concludere con Una notte sul Monte Calvo di Modest Petrovic Musorgskij e Ave Maria di Franz Schubert.
La colonna sonora venne registrata utilizzando un processo multicanale e riprodotta in Fantasound, un rivoluzionario sistema che fece di Fantasia il primo film commerciale proiettato in stereofonia: «Volevamo riprodurre quei capolavori – racconterà Disney – in modo che gli spettatori si sentissero come se fossero stati in piedi sul podio con Stokowski». Quasi un quinto del budget del film venne così speso per le sue tecniche di registrazione e diffusione del suono, ma – col senno di poi – si può decretare che ne valse assolutamente la pena.