DAILY IL NUMERO

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I sì del Cnb alla legalizzazione del suicidio assistito

Con 13 voti favorevoli e 11 contrari, il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) si è espresso a favore della legalizzazione anche in Italia del suicidio medicalmente assistito, distinguendolo dall’eutanasia.

Il documento sulla delicatissima materia è stato stilato dal massimo organismo preposto a pronunciarsi sui temi che riguardano scienza e etica in seguito all’ordinanza della Corte costituzionale che lo scorso anno è intervenuta sulla questione sollevata dalla Corte di Assise di Milano in merito al caso di Marco Cappato, finito sotto processo per aver aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera dove aveva ottenuto il suicidio assistito. L’accusa era aggravata dall’aver “agevolato” la morte del 40enne, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale, rafforzando il suo “proposito di suicidio”. Per la procura avrebbe semplicemente aiutato una persona ad esercitare il diritto di morire con dignità, ma per Cappato era arrivata l’imputazione coatta imposta dal gip.

«Il parere  – spiega il Comitato – ha voluto richiamare l’attenzione della società e del mondo politico, che dovrà discutere questo tema a seguito dell’invito della Corte costituzionale, su quelli che ha ritenuto essere le chiarificazioni concettuali e i temi etici più rilevanti e delicati che emergono a fronte di tali richieste: la differenza tra assistenza medica al suicidio ed eutanasia; l’espressione di volontà della persona; i valori professionali del medico e degli operatori sanitari; l’argomento del pendio scivoloso; le cure palliative».

Ora il Parlamento è chiamato a pronunciarsi sul suicidio assistito e dovrebbe farlo entro il 24 settembre, data indicata dalla Corte Costituzionale con l’ordinanza 207/2018 sul caso di aiuto al suicidio per Fabiano Antoniani Dj Fabo da parte di Marco Cappato dell’Associazione Coscioni. Una scadenza di fondamentale importanza:

«Il 24 settembre – ha detto l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni – è la data fissata per la nuova udienza della Consulta sul caso Cappato. In assenza, per quella data, di una legge del Parlamento in materia di suicidio assistito e fine vita, la Corte potrebbe dunque decidere di intervenire in linea con l’ordinanza già emanata ed in cui è già evidenziata l’incostituzionalità dell’articolo 580 del Codice penale nella parte in cui prevede e classifica come “reato” anche il solo aiuto al suicidio. Insomma, tra due mesi ci troveremo nella situazione in cui saranno di nuovo i giudici a decidere sui temi che riguardano la vita delle persone».