DAILY LA DATA

14 giugno 2004
Nasce il Regno Gay e Lesbo delle Isole del Mar dei Coralli

L'esperimento GLK nasce per protesta contro la decisione del Parlamento australiano di proibire il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Fiocco arcobaleno: il 14 giugno 2004 segna l’autoproclamazione di un nuovo Stato, il Regno Gay e Lesbo delle Isole del Mar dei Coralli (in inglese: Gay and Lesbian Kingdom of the Coral Sea Islands, abbreviato GLK). Un gruppo di attivisti, in gran parte australiani, capitanati da Dale Parker Anderson, sbarca sull’isola più grande dell’arcipelago, Cato Island, e dichiara l’indipendenza dallo Stato di Canberra: in quel tratto di Oceano Pacifico compreso tra la Nuova Guinea, le Isole Salomone e la costa nord-orientale dell’Australia, nasce per protesta – contro la decisione del Parlamento australiano di proibire il matrimonio tra persone dello stesso sesso, aggiornando la legislazione in materia senza tener conto dei diritti delle coppie omosessuali – l’esperimento del GLK.

L’evento viene celebrato con una targa commemorativa, posta a nord-est dell’isola, che recita più o meno così: «Il quattordicesimo giorno di giugno 2004, nel punto più alto del Mar dei Coralli, l’imperatore Dale Parker Anderson sollevò la bandiera arcobaleno e, nel suo nome, dichiarò queste isole patria per tutti i gay e le lesbiche del mondo. Dio salvi il nostro re!». Di regale Dale ha solo un’ipotetica discendenza da Eduardo II d’Inghilterra, oppure – in caso di contestazioni – da un certo William Purcell (membro dell’equipaggio che, nel 1789, per primo sbarcò nelle Isole del Mar dei Coralli). Invece, la scelta della forma monarchica per il nuovo Stato è tutt’altro che incidentale, e dà agli occupanti la possibilità di avvalersi di una vecchia legge del Commonwealth: «Chi assiste un principe “de facto” nel compimento del proprio ufficio – questo il testo – non può essere accusato di alto tradimento». Quindi Dale I, re di un territorio classificato “d’oltremare” dalla Corona britannica, può sperare di non incorrere in una possibile rivalsa legale da parte del Governo.

Nonostante numerose secessioni interne (due gruppi statunitensi e uno tedesco in opposizione al Regno di Anderson), la micronazione sarà destinata a durare oltre un decennio, con una discreta organizzazione interna. Non si rileva alcun insediamento permanente (le isole rimangono in sostanza disabitate), anche se il Regno dichiara di aver costituito un servizio postale operativo, presumibilmente tra le Isole e il Queensland. Esistono però bellissime emissioni di francobolli, divenute negli anni successivi oggetti da collezione: alcuni riportano simboli conosciuti (come l’International Bear Brotherhood Flag o il fiocco rosso della lotta all’Aids), ma ne esistono altri con la mappa del Regno o con la corona su un triangolo rosa. Il GLK adotta una propria moneta, il pink dollar e un inno nazionale, I am what I am di Gloria Gaynor. Il Gay & Lesbian Kingdom ha una capitale dal nome emblematico, Heaven, e un organo d’informazione, la Fairytale Gayzette. Anche se non riconosciuta né dall’Australia né da alcun Governo mondiale, l’esperienza di GLK non sarà inutile. Verso la fine del 2016, il sito ufficiale del Regno Gay e Lesbico aggiunge un link collegato a The Equality Campaign, l’organizzazione che chiede agli elettori australiani di partecipare ad un nuovo sondaggio sul diritto matrimoniale: un voto favorevole costringerebbe il Parlamento a legittimare finalmente il matrimonio omosessuale. Così sarà, e l’imperatore Dale prenderà la decisione di sciogliere il suo Regno, che avrà fine il 17 novembre dell’anno successivo.

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